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Latina. Evviva la panzanella, uno sfizio patriottico. Come il Cocomero. Che non è vero che è un frutto comunista come dicono a Cori
“Evviva l’Italia”, ha commentato in redazione Jonathan Gavin alla proposta di scrivere un pezzo sulla panzanella. Evviva l’Italia sì, visto che pane e pomodoro con l’aggiunta del basilico ricorda tanto il tricolore. A proposito di commistioni tra cibo, patriottismo e politica: alla festa di incoronazione di Zaccheo sindaco ho visto affettare un bel cocomero. Anche questo tricolore, ma all’improvviso la mia memoria ha ripescato un ricordo di qualche decennio fa. Non avevo neanche dieci anni e vivevo a Cori. All’epoca in un paese non è che dovevi spiegare dove andavi, uscivi il pomeriggio e basta. L’importante era tornare a casa la sera. C’era la Festa dell’Unità e per me era una bella festa e basta, il messaggio ideologico non mi interessava. Molto più interessante era la bancarella dove regalavano il cocomero. C’era scritto “Rosso, un vero frutto comunista”. Ho capito che stava simpatico a chi partecipava alla festa, chi non ci andava e guardava da lontano (allora non si era per niente trasversali) evidentemente non mangiava cocomero.
A distanza di decenni ti ritrovo il frutto comunista alla festa di Zaccheo. E qui tornano i dubbi. Dissipati dalla circostanza che oltre a essere rosso, il cocomero è anche bianco e verde.
Quindi è tricolore. Quindi è patriotta. Quindi va bene. Tutto sta nell’intepretazione.
È la politica.
Conclusione: il cocomero è un fine politico, si adegua ai tempi e alle circostanze.
Che c’entra tutto questo con la panzanella? Niente. Come spesso accade anche in politica. Tutto sta a trovare una motivazione.
Evviva l’Italia.
Maria Corsetti
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