Parvapolis >> Economia
Latina. Dati provvisori Inail, troppi infortuni in agricoltura. Edilizia, Verrengia: «No ai ribassi anomali nelle gare d'appalto...»
Sono ancora provvisori i dati Inail relativi agli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2006, ma bastano per creare un quadro d’insieme del fenomeno nel nostro territorio ancora una volta poco tranquillizzante. I dati definitivi, purtroppo, sono quelli degli incidenti mortali, che l’anno scorso sono stati 17 (contro i 19 del 2005), confermando per il terzo anno di seguito Latina seconda Provincia del Lazio in questa macabra “classifica” guidata da Roma. Altre conferme in negativo vengono dal mondo dell’agricoltura, dove “vantiamo” addirittura il primato regionale del numero d’infortuni denunciati ininterrottamente dal 2002.
Sull’argomento è ritornato il Segretario Generale della Cisl di Latina, Pasquale Verrengia, per affermare ancora una volta la drammaticità di numeri dietro ai quali stanno altrettante persone, drammi familiari. “Così non si può più andare avanti – dice – non si può accettare questo stillicidio senza fare nulla, fare proclami solo dopo che c’è scappato il morto. La politica, per quanto riguarda la nostra Provincia, deve impegnarsi perché vengano coperte subito tutte le carenze d’organico degli enti pubblici preposti ai controlli sui posti di lavoro. Senza organi ispettivi la battaglia è persa in partenza”.
“La lotta al lavoro nero – prosegue - deve essere condotta a fondo e con assiduità, e per fare questo serve andare nelle fabbriche a rischio, nei cantieri edili, nelle aziende agricole. E dico ‘lavoro nero’ perché è nelle situazioni di rapporti contrattuali distorti, o apertamente irregolari, tra operai e pseudo-imprenditori che si addensa la maggior parte degli infortuni. Anche per questo non si può continuare a fare le ispezioni sempre e soltanto ai soliti noti, colpevoli di avere attività produttive macroscopiche, visibili e facilmente raggiungibili: bisogna andare, avendone i mezzi, anche nelle piccole realtà, in quelle più nascoste, snidare gli evasori totali di ogni regola contrattuale, previdenziale e di sicurezza del lavoro”.
Una nota positiva comunque c’è e viene dal mondo dell’edilizia, dove i dati provvisori del 2006 sembrerebbero denotare un vistoso calo del numero d’incidenti. Dice al proposito Verrengia: “Dall’anno scorso nel settore delle costruzioni è andata a regime la normativa del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, che viene rilasciato soltanto alle aziende che dimostrano di rispettare tutte le ‘regole del gioco’. Essendo una certificazione necessaria per stare in attività, le imprese si sono dovute giocoforza adeguare a quanto prevede legislazione e norme contrattuali. Però, non si può abbassare la guardia, altrimenti succederà come per il Dlgs 626, quando all’entrata in vigore di quel provvedimento ci fu il ‘boom’ dell’antinfortunistica, salvo poi registrare un calo di tensione e di rispetto di quelle norme a partire da qualche anno dopo, con una nuova impennata del numero d’incidenti sul lavoro. Lo strumento del Durc è buono, ed è opinione della Cisl nazionale che andrebbe esteso a tutti i settori, ma i risultati positivi vanno, poi, coltivati e consolidati. In edilizia, in particolare, è necessaria anche una norma che impedisca ribassi anomali nelle gare d’appalto pubbliche, perché qui la politica può e, anzi, ha il dovere d’intervenire. Ribassi eccessivi spingono le imprese più serie a uscire dal mercato, sostituite da autentici ‘pirati’ dell’imprenditoria che per rifarsi, poi, dei bassi prezzi d’aggiudicazione tenderanno sempre a tagliare sui costi della sicurezza e a non rispettare le retribuzioni contrattuali, per non paralre del rispetto delle norme su tasse e contributi. Bonanni più volte su questo argomento ha chiesto spesso al Governo, negli ultimi tempi, d’intervenire anche con un decreto. E poi serve un meccanismo che selezioni meglio le imprese, laddove la categoria degli edili della Cisl chiede addirittura che venga introdotta una sorta di patente a punti”.
Andrea Apruzzese
|