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Latina. La Pontina, storia di un'aquila che è diventata un pollo. La Legambiente: «Il nuovo progetto almeno non fa scempi ambientali»
"Vecchia e nuova Pontina: quale infrastruttura per quale futuro?”, ecco in estrema sintesi i contenuti e le richieste del convegno organizzato da Legambiente Lazio e dalla sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica: 1. rilancio della pianificazione territoriale, a partire dal Piano territoriale regionale, cogliendo l’occasione dei fondi europei 2007-2013, per definire le priorità anche infrastrutturali della nostra Regione, tenendo conto dell’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica fissato dall’Europa; 2. armonizzazione funzionale della soluzione “laziale” con il progetto “toscano”, riaprendo con la Regione Toscana il tema del rifacimento del tratto dell’Aurelia fuori dalla nostra regione, stoppando definitivamente l’idea del corridoio tirrenico; 3. nuovo monitoraggio per confermare le scelte tecniche intraprese, attraverso la valutazione dei flussi di traffico nei prossimi mesi tra estate e autunno, verificando subito le modalità di attuazione del pedaggio differenziato per tipologia di utente; 4. progetto per la realizzazione di nodi di scambio intermodale lungo la tratta ferroviaria Roma-Latina, garantendo l’accesso stradale, realizzando parcheggi di scambio, programmando i servizi collettivi; 5. verifica puntuale, nel passare dall’idea progettuale al progetto vero e proprio, di tutte le questioni e gli impatti ambientali, a partire da quelli sulla Riserva del Litorale Romano e sulla Riserva di Decima Malafede, zone di una singolarissima importanza naturalistica e con ambiti fortemente sensibili e vulnerabili, piuttosto che sulle zone agricole assai qualificate nella produzione di uve da vino e olive più a sud; 6. riapertura del tavolo del negoziato territoriale, con i comuni maggiormente interessati, con gli imprenditori e gli esercenti, con i cittadini, con le parti sociali, le associazioni, i comitati.
“Con la recente decisione presa dalla giunta regionale per affrontare il problema della Via Pontina finalmente si è fatto un positivo passo avanti, con una nuova idea progettuale -frutto di un serrato confronto anche con le associazioni e i comitati dei cittadini- che, speriamo presto, possa portare ad una soluzione definitiva e sostenibile per garantire la sicurezza a tanti pendolari, una mobilità più spostata sul ferro e la tutela del nostro ambiente e della nostra agricoltura dell’agro-pontino, delle attività economiche sostenibili. –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- E’ stata proprio la discussione nel merito a portare a soluzioni inedite e innovative, eliminando la stereotipata idea di fronti contrapposti tra il no e il sì alle opere, rispondendo a quelle 10.000 persone, cittadini, agricoltori, ambientalisti, imprenditori, sindaci…, che qualche anno fa a Latina si mobilitarono contro il Corridoio tirrenico meridionale.”
Diversi sono i sostanziali elementi di novità, che rispondono a molti dei problemi posti in questi anni da associazioni e comitati: è saltata l’idea di un nuovo inutile corridoio tirrenico, si è deciso, mentre spesso si pontifica soltanto, di puntare davvero sulla ferrovia nella tratta Roma-Latina con alcune opere di riequilibrio modale (sia per il trasferimento di una parte dell’utenza su ferro, sia per il potenziamento del supporto ferroviario alla logistica regionale), di procedere con la messa in sicurezza e l’ampliamento parziale della esistente infrastruttura viaria (per oltre il 70% del tracciato sovrapposta all’attuale Pontina, contro il 39% del progetto iniziale), si conferma la necessità di una verifica del tracciato per la Cisterna-Valmontone, si è individuata una innovativa forma di pedaggio differenziato per tipologia di utente.
“La realizzazione del Progetto integrato intermodale Roma – Latina, per la sua rilevanza strategica, va ben oltre il problema specifico, e condiziona il complessivo assetto futuro del sistema dei trasporti regionali e interregionali, la sua funzionalità e in prospettiva la sostenibilità ambientale della mobilità regionale. Serve, allora, un serio rilancio della pianificazione territoriale associato ad una programmazione integrata, anche cogliendo l’occasione della programmazione dei fondi europei 2007-2013, per evitare che scelte di questa rilevanza al siano prese di fuori della programmazione regionale. –dichiara Roberto Pallottini, presidente della sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica- Alla nostra regione serve un quadro chiaro dell’articolazione della domanda di mobilità e trasporto, delle relazioni territoriali che vuole sostenere per ridurre il peso dell’area romana sul proprio territorio, e di come queste relazioni possono dare un contributo decisivo ad orientare la propria economia verso la sostenibilità, la qualità ambientale, la riduzione dei consumi di energia.”
Estraendo alcuni dati utili al nostro ragionamento da studi molto importanti realizzati dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tre, sulla Via Pontina si evidenziano flussi di traffico quantitativamente molto elevati, con oltre 3.500 veicoli per ora per carreggiata registrati anche in periodi di traffico non particolarmente intenso, che determinano livelli di servizio sulla Pontina prossimi alla congestione o di congestione, flussi di traffico sempre prossimi alla capacità dell’infrastruttura, a cui si aggiunge un’articolazione geometrica della strada non idonea agli standard attuali. Con una struttura stessa della domanda di mobilità, che è in gran parte costituita da traffico pendolare connesso evidentemente al grande esodo abitativo di cittadini romani che, pur mantenendo l’attività di lavoro su Roma, a causa del mercato degli immobili sempre più inaccessibile, acquistano la prima residenza in zone esterne alla città ma ad essa collegate da infrastrutture immediatamente accessibili. Un flusso pendolare che tra Roma e Aprilia arriva ad essere del 60-70% sul totale e per questo è particolarmente fondamentale che nella nuova proposta si sia definito un pedaggio differenziato per tipologia di utente. Assoluta è la necessità di messa in sicurezza, il problema più grande di questa arteria, che con 3,37 incidenti al chilometro ha una media di incidentalità dell’800% più alta rispetto alla media nazionale dello 0,42 sulla stessa tipologia stradale, determinando un’emergenza sociale, visto il dramma della gente che sulla Pontina muore.
Fondamentale nella nuova proposta regionale la scelta di puntare davvero sulla ferrovia nella tratta Roma-Latina, che consente una penetrazione in ambito urbano capillare, con investimenti nuovi a partire dal 2007 che renderanno più competitivo il servizio, ma anche con nuovi binari fino a Pomezia da Santa Palomba, anche in questo caso con una scelta sensata di eliminazione della “gronda” verso la Roma-Fiumicino. Un potenziamento che deve vedere affiancarsi al nuovo progetto della Roma-Latina un progetto per la realizzazione di veri e propri nodi di scambio intermodale lungo la tratta ferroviaria, garantendo l’opportuno accesso stradale, privilegiando quello ai mezzi pubblici alleggerendo così i flussi di traffico veicolari urbani, realizzando vasti parcheggi di scambio intermodale, programmando i necessari servizi collettivi.
Erano devastanti i numeri della prima proposta Storace del Corridoio tirrenico meridionale: 465 nuovi ettari di suolo sarebbero stati consumati, di cui 381 di superficie agricola e 84 ettari di aree protette. Ora, nell’ultima proposta, si è tornati ad una infrastruttura a tre corsie, per oltre il 70% del tracciato sovrapposta all’attuale Pontina, non occupando quindi nuovo suolo ed eliminando anche le nuove ed inutili complanari da Roma ad Aprilia, impattando meno così sul territorio e sulle aree protette, confermando anche la necessità di una verifica del tracciato per la Cisterna-Valmontone. Certo, nel passare dall’idea progettuale al progetto vero e proprio, va riaperta anche subito una fase di condivisione delle scelte con le popolazioni locali, analizzando mano a mano tutte le questioni e gli impatti, per arrivare presto alla soluzione del problema.
Dal caso Pontina, emerge con chiarezza il nodo della pianificazione territoriale. La realizzazione del Progetto integrato intermodale Roma – Latina, per la sua rilevanza strategica, va ben oltre il problema specifico, e condiziona il complessivo assetto futuro del sistema dei trasporti regionali e interregionali, la sua funzionalità e in prospettiva la sostenibilità ambientale della mobilità regionale. Chiediamo alla Regione un significativo salto di qualità nelle politiche territoriali, un cambiamento netto rispetto al passato, anche prossimo, sul metodo con cui queste scelte vengono effettuate, avviando subito il Piano Territoriale Regionale Generale, proprio ora che si va verso l’approvazione del Programma Operativo Regionale per la nuova fase di programmazione 2007-2013, per evitare che scelte di questa rilevanza al siano prese di fuori di una seria pianificazione e programmazione regionale, che sappia coniugare le scelte infrastrutturali con quelle ambientali, economiche, con il quadro delle risorse disponibili e che sia effettivamente partecipata e condivisa con gli attori istituzionali economici e sociali.
Hanno partecipato, tra gli altri al convegno: Bruno Astorre, Assessore Lavori Pubblici Regione Lazio; Lorenzo Tagliavanti, Vice Presidente CCIIAA Roma; Filiberto Zaratti, Assessore Ambiente Regione Lazio; Vincenzo Zottola, Presidente CCIIAA Latina; Andrea Benedetto, prof. Ass. Dip. Scienze Ingegneria Civile Università Roma Tre; Presidente Comitato Scientifico Legambiente Lazio; Simone Ombuen, ricercatore presso il Dipartimento di Studi Urbani, Università Roma Tre; Presidente della Commissione nazionale politiche infrastrutturali dell’INU. Augusto Alonzi, segretario CGIL Lazio; Alessio Amodio, Sinistra ecologista; Giancarlo Bernabei, Associazione Vittime della strada; Giovanni Carapella, Presidente Commissione Lavori Pubblici Consiglio regionale Lazio; Antonio Magaudda, Presidente Italia Nostra Latina; Daniele Occhiodoro, Presidente Consorzio Mare di Roma; Daniela Santori, Presidente Coldiretti Latina; rappresentanti CISL-UIL Lazio.
Andrea Apruzzese
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