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Formia. DICOno tutti di sì. Michele Forte la butta sul cabaret: «Devo difendere la famiglia». E nessuno, giustamente, lo prende sul serio

A parte del centrodestra la famiglia piace così tanto da averne, o da averna avuta, più di una. Tutti i leader dei partiti della CdL, quelli che la esaltano, gli anti-divorzisti a oltranza, sono tutti divorziati. Tutti. A partire da Gianfranco Fini, la sua è cronaca di questi giorni, che si separa da Daniela, a suo tempo sposata con Sergio Mariani. E da Silvio Berlusconi, che divorzia da Carla Dall'Oglio, la mamma di Piersilvio, per sposare Veronica Lario. Anche Casini sposa la figlia di Caltagirone quando una moglie, a Bologna, ce l'aveva già. La differenza è che Casini ha tentato l'annullamento alla Sacra Rota, che non gli è stato concesso. Ecco perché le dichiarazioni di Michele Forte, contro il registro delle unioni civili, sono tra la tenerezza e lo spasso. Quando ti dice: «Sento il dovere di difendere la famiglia» Forte è da cabaret. Dovrebbe andare da Zelig. «Sui valori cardine non si discute», aggiunge mentre tu hai già le lacrime agli occhi. Ma Michele deve stupire e non ti lascia tregua, la delibera che ha convinto (quasi) tutti a lui non piace perché "non rappresenta altro che una tappa spiacevole della crescita di Formia ed evidenzia come alcuni esigui esponenti della sinistra non operino in sintonia con la città". Cominciasse con il fare la predica "senza discutere" al leader nazionale del suo partito. Continuasse poi, sempre senza discutere, con i leader nazionali dei partiti della sua coalizione, con i suoi dirigenti, con la totalità dei suoi tesserati. Prima di questo atto di onestà, fare il pippone è ridicolo. E noi sappiamo che Michele Forte vuole fare altro, oltre che fare ridere.

Mauro Cascio


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