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Latina. Atto aziendale della Asl. Domenico Di Resta e Sesa Amici: «È necessaria una correzione radicale». Urgenze e priorità
«In questi giorni si stanno manifestando vaste e diffuse preoccupazioni e proteste legate alla presentazione della proposta di nuovo Atto Aziendale da parte della Direzione della A.S.L. di Latina». Scrivono Domenico Di Resta e Sesa Amici:
«Pensiamo che le motivazioni alla base di tali contestazioni siano fondate e in gran parte condivisibili.
Emergono infatti numerose questioni di metodo e di sostanza che meritano una seria riflessione e radicali correzioni.
Sul piano del metodo l’Atto aziendale appare il frutto di riflessioni elaborate in ambiti ristretti piuttosto che la risultante di un lavoro collegiale delle strutture della A.S.L. e di una valutazione condivisa ed aperta al contributo delle rappresentanze dei cittadini e degli ammalati.
Nel merito l’Atto aziendale appare contrassegnato da contraddizioni e da scelte disancorate dalle impostazioni di fondo della sanità regionale.
In particolare l’Atto non è in linea con le indicazioni regionali per quanto riguarda le esigenze di razionalizzazione e di contenimento individuate nel Piano di risanamento e nell’atto di indirizzo per la redazione degli atti aziendali.
L’esigenza di razionalizzazione, tanto più necessaria in una situazione caratterizzata nel passato da logiche clientelari che avevano portato a una proliferazione immotivata di strutture ed incarichi, viene disattesa e, quando applicata, non certo orientata a colpire sprechi e duplicazioni, ma piuttosto a ridurre in modo casuale a scapito della qualità dei servizi.
L’Atto è in palese contraddizione con le Linee programmatiche della sanità pontina, approvate all’unanimità dalla Conferenza dei Sindaci, che appaiono, alla luce delle scelte operate oggi, pure indicazioni teoriche non supportate dalle conseguenti scelte organizzative.
Non vengono affrontati i nodi di fondo che stanno di fronte alla sanità in provincia, a cominciare dal riequilibrio nel rapporto tra Ospedale e territorio che anzi viene ulteriormente penalizzato. In quest’ambito la scelta di sopprimere il Distretto dei Monti Lepini appare davvero grave e incomprensibile.
La individuazione e gerarchizzazione delle strutture è improntata a arbitrarietà e aleatorietà; non sono davvero chiare le motivazioni che hanno portato alla previsione di Dipartimenti privi di qualsiasi fondamento oggettivo e alla cancellazione di fatto di Dipartimenti come quello Materno Infantile e dell’Oncoematologia che hanno rappresentato punti di eccellenza della sanità pontina.
Il rapporto con l’Università viene affrontato in una logica di subalternità e di duplicazione delle strutture che rischia di determinare conflitti e disfunzioni organizzative invece che fare della presenza dell’Università una grande occasione di qualificazione ed innovazione delle strutture ospedaliere.
Di fronte a queste palesi lacune e contraddizioni è necessario che si determini un atto di responsabilità e di serietà riconsiderando completamente le indicazione dell’atto presentato e avviando su basi nuove e con un metodo realmente partecipativo la predisposizione di uno strumento capace di dare impulso alla qualificazione della sanità pontina e risposte adeguate alle aspettative dei cittadini.
Vogliamo sperare che la nuova Direttrice Generale, che comprendiamo non abbia avuto la possibilità di approfondire le problematiche presenti nel breve periodo che ha trascorso a Latina, voglia assumere tale iniziativa e diventare protagonista di una nuova fase di direzione della ASL di Latina improntata a apertura, dialogo, innovazione, confronto e condivisione con gli operatori, i cittadini e le loro rappresentanze.
Andrea Apruzzese
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