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Latina. Ratzinger, e la solita arroganza cattolica. Claudio Zappalà: «Mi ha fatto male la posizione della chiesa di Roma. Ma è normale...»

Ancora non si placano le reazioni dei leader religiosi a seguito delle affermazioni dell’ex sant’Uffizio, ora Congregazione per la dottrina della fede, contenute in un testo intitolato: “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa”. La nota in questione, sottoforma di risposte a 5 quesiti è stata approvata da Benedetto XVI il 29 giugno 2007, con lo scopo di puntualizzare e correggere ‘nuovi contributi non sempre immuni da interpretazioni errate che suscitano perplessità e dubbi’. Ecco il passaggio di riferimento: “Come deve essere intesa l’affermazione secondo cui la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica? Risposta: Cristo ha costituito sulla Terra un’unica Chiesa e l’ha istituita come comunità visibile e spirituale, che fin dalla sua origine e nel corso della storia sempre esiste ed esisterà, e nella quale soltanto sono rimasti e rimarranno tutti gli elementi da Cristo stesso istituiti”. In sintesi, il testo, dopo aver sancito che l'unica verità della fede cristiana si trova nella Chiesa cattolica (di Roma), riconosce dignità di chiese alle confessioni orientali ma la nega alle comunità protestanti nate dalla riforma del XVI secolo. Ecco alcune considerazioni di gran parte del mondo evangelico italiano, al quale il sottoscritto ne è parte integrante:
1) La posizione espressa dalla Chiesa cattolica attraverso il papa è lecita, cioè ognuno è libero di affermare di se quello che vuole. Benedetto XVI, in questo momento storico e complesso per la sua chiesa ha sentito la necessità di chiarire e puntualizzare un aspetto fondamentale per la propria sopravvivenza. Ha referenziato ulteriormente se stesso e la sua chiesa.
2) In questa posizione espressa, non c’è nessuna novità teologica, nessun passo indietro, in quanto viene, per l’ennesima volta, ribadito che la Chiesa cattolica romana è l’unica rappresentante di Cristo in terra, come il suo capo ne è l’unico vicario. “La Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica (di Roma)”. Lumen Gentium.
3) Che la Chiesa cattolica (di Roma) non ha mai messo in discussione la sua posizione di primato e di detentrice dell’unicità della verità divina; con il Concilio Vaticano II ha solamente aperto al dialogo con le altre confessioni cristiane e non, ma non ha mai diversamente da quanto sancito dal Concilio di Trento (1545-1563).
Premesso quanto sopra che dire? Una cosa sembra certa -indipendentemente dalle diverse interpretazioni dogmatiche sul primato della chiesa di Roma e del papa-: la storia è un’altra! L’affermazione che la Chiesa cattolica di Roma sia l’unico involucro della Chiesa di Cristo, è solo una concezione moderna, che viene, spalmata a ritroso fino all’anno 33 d.C. Le varie capitali del cristianesimo, Alessandria, Costantinopoli, Antiochia, etc. ne sono solo una prova. I Concili di Costanza (1414-1418) e Basilea (1431-1439) hanno designato una chiesa conciliarista e non papale. Sinceramente viene difficile, ‘a tutti gli uomini di buona volontà’, credere che Cristo si sia collocato in pianta stabile in una organizzazione umana, qualunque essa sia. Ne uscirebbe un dio molto infelice, e non certo il creatore dell’universo intero. In fondo, affermare primati di esclusività è poco utile alla causa della Redenzione umana, ma al contrario abbiamo tanto bisogno dell’infinito amore e della benedizione di Dio; ed è per questo che il Figlio si è fatto uomo, dando la sua vita per tutti noi.

Claudio Zappalà


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