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Latina. Deposito di scorie a Borgo Sabotino, si mobiliti la città. Luca Colombo: «In questi anni Zaccheo ha gestito male il rapporto con la Sogin»
«L’insediamento del Consiglio Comunale di Latina dovrà essere l’occasione per
lanciare una grande iniziativa di mobilitazione dei cittadini di Latina sia
fatta chiarezza, perché la realizzazione di una deposito di scorie nucleari
a Borgo Sabotino non può essere oggetto di scambio a livello economico». Scrive Luca Colombo della Margherita: «In
questi anni, in modo superficiale ed irresponsabile il Comune di Latina ha
lavorato su un protocollo di intesa con la società SOGIN per avere
disponibili dei terreni compresi nella fascia vincolata alla centrale
nucleare per inserirli nell’area del progetto del porto a Foce Verde. La
proposta di un protocollo di intesa, portata all’approvazione del Consiglio
Comunale nella scorsa consiliatura, è crollata sotto il peso delle
contraddizioni e dell’incapacità a difendere gli interessi della popolazione
da parte della maggioranza, tanto da costringere Zaccheo a ritirare la
proposta su richiesta dell’opposizione. In sintesi i punti essenziali della
questione:
il problema delle compensazioni e dello svincolo di terreni per il progetto
del porto viene dopo la questione prioritaria della sicurezza dei cittadini
e della certezza su che cosa la SOGIN – società incaricata dello
smantellamento e messa in sicurezza delle centrali nucleari come quella di
Borgo sabotino - vuole realizzare effettivamente e quali garanzie vi sono
che quanto realizzato servirà allo scopo oggi dichiarato, ossia un deposito
provvisorio per i fanghi e per il materiale contaminato, esclusivamente
proveniente dalla centrale stessa;
premesso che si è accertato che la SOGIN non era abilitata a svincolare i
terreni chiesti dal Comune in quanto abilitata solo alla messa in sicurezza
dei siti, come si è evinto dalla scandalosa proposta di protocollo di intesa
ritirato dal Sindaco in Consiglio Comunale, occorre stabilire con certezza e
trasparenza la necessità di realizzare questi depositi definiti temporanei,
sapendo perfettamente che il sito nazionale definitivo, previsto dalla
legge, non è stato individuato;
perché pur essendo previsto da anni la realizzazione del deposito
temporaneo, ciò non è avvenuto? Se abbiamo corso dei rischi da un punto di
vista della sicurezza per il materiale da stoccare in questo deposito,
nessun indugio, né tantomeno trattativa andava fatta con la SOGIN; se invece
non vi sono pericoli immediati e lo stoccaggio del materiale fa parte di un
programma complessivo di dismissione del sito, occorre allora bloccare la
sua realizzazione chiarendo due aspetti: a) occorre individuare prima il
sito nazionale definitivo; b) occorre stabilire che il rientro
dall’Inghilterra delle scorie nucleari di medio ed alto rischio, lì
attualmente stoccato, avverrà utilizzando il sito nazionale da individuare
come previsto per legge e poiché di questa individuazione non vi è traccia,
nessun sito provvisorio può essere realizzato per dirottarvi alla bisogna le
scorie nucleari che dovessero rientrare improvvisamente dall’Inghilterra.
È stata incredibile l’approssimazione e l’irresponsabilità della
maggioranza: lunedì all’insediamento del Consiglio Comunale occorre lanciare
una grande mobilitazione popolare per bloccare la realizzazione del deposito
provvisorio e nominare una commissione di esperti che riferisca al Consiglio
Comunale la situazione in ordine alle condizioni di sicurezza dell’area».
Elisabetta Rizzo
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