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Latina. Emergenza infrastrutture. Fabrizio Ferracci: «Occorre partire subito, senza chiacchiere. Con una priorità. Il Corridoio Intermodale»
L’isolamento della provincia di Latina potrebbe trovare finalmente una soluzione con l’attuazione del progetto di raddoppio della strada regionale Pontina. In quali termini, e con quali mezzi, Latina uscirebbe da questa situazione? Risponde Fabrizio Ferracci, presidente dell'Ordine degli Ingegneri.
«Latina è forse la città meno dotata, tra i capoluoghi di provincia in Italia, di grandi infrastrutture viarie: alcune provincie sono dotate anche di due o tre collegamenti autostradali, alcune volte anche scarsamente utilizzati.
In queste condizioni è ovvio che Latina sia stata relegata per decenni in una situazione di quasi isolamento. Le infrastrutture sono essenziali per lo sviluppo della nostra comunità e per favorire chi vuole investire nel nostro territorio. I termini e i mezzi che consentiranno al capoluogo pontino di liberarsi di questa penalizzante condizione sono senz’altro quelli di dotarsi di collegamenti con i grandi flussi di traffico ed è questo l’obiettivo principale del progetto del raddoppio della Pontina e della Bretella, il cui vero nome è “Sistema intermodale integrato pontino Roma-Latina/Campoverde-Valmontone”, che si sostanzierà nel collegamento con il sistema autostradale esistente e contribuirà a sopperire per buona parte al grave handicap dell’isolamento della provincia di Latina. Va però risolto anche un altro importante nodo: il collegamento con il sud. Questo primo intervento rappresenta un grande passo in avanti, ma l’adeguamento del sistema viario non si esaurisce con il raddoppio della Pontina e la Bretella. Occorre terminare l’opera in senso longitudinale per collegare adeguatamente anche il sud e prevedere un altro collegamento trasversale a servizio del sud pontino».
Ad eccezione della Prossedi - Terracina, da anni in provincia di Latina non si realizza una grande infrastruttura. Finalmente con il raddoppio della Pontina si è giunti a centrare un importante bersaglio. Quali sono le sostanziali differenze tra il primo progetto, quello approvato dalla giunta Badaloni e che portava il nome di bretella Cisterna - Valmontone? E in cosa di discosta, invece, l’attuale progetto dal Corridoio Tirrenico? «Finalmente lo potremo dire quando inizieranno i cantieri.
La Bretella Campoverde - Valmontone, concepita durante la Giunta regionale di Piero Badaloni, aveva come intento quello di risolvere l’atavico problema del collegamento con l’Autostrada del Sole, e rappresentava una comprensibile priorità. Certamente la complessità del Corridoio Tirrenico rendeva parziale la soluzione della Bretella. Il Corridoio Tirrenico così come concepito in un primo momento, aveva due gravi difetti: calava dall’alto, senza una preventiva concertazione con i territori interessati; ed il tracciato, quasi tutto esterno all’attuale pontina, comportava un notevole impegno di superfici, coinvolgendo spesso aree di grande pregio, specialmente colture agricole di notevole valore. L’intermodale Roma – Latina- Bretella, così come concepito nel progetto ora all’esame della Regione Lazio, è un tratto di un progetto più ampio concepito come un tutt’uno fino alla Sicilia ed è frutto del confronto tra la Regione Lazio, gli enti, le organizzazioni che rappresentano il territorio: l’attuale progetto è la mediazione intelligente che unisce l’esigenza di dotarsi di una rete viaria adeguata garantendo nel contempo un impatto ambientale meno invasivo e l’impiego di una minore porzione di territorio. Il percorso ora proposto, infatti, ripercorre, ampliandolo, il tracciato della strada regionale Pontina secondo una giusta mediazione tra queste due esigenze».
Quale iter procedurale dovrà seguire il progetto, dopo l’avvenuto aggiornamento del progetto in conformità alle direttive? Il progetto attualmente è in una fase definitiva ed è passato al vaglio del Comitato Tecnico Consultivo Regionale che ha avanzato le sue osservazioni e prescrizioni. Una volta adeguato, dovrà ritornare all’esame dell’organo tecnico regionale, per essere poi fatto proprio dalla Regione stessa. Dopo l’acquisizione di alcuni pareri di competenza,il progetto tornerà al Cipe che lo licenzierà definitivamente scadenzandone l’iter realizzativo e precisando le risorse economiche necessarie. Il Cipe si è già espresso sul progetto preliminare evidenziando una serie di prescrizioni, successivamente accolte nell’attuale progetto definitivo.
In che modo inciderà questa nuova infrastruttura sul traffico veicolare? Sarà incrementata anche la linea ferroviaria, anche questa fortemente penalizzata nella provincia di Latina?
«Sicuramente l’Intermodale Roma – Latina- Bretella inciderà sul traffico veicolare favorendo il trasferimento da e verso Latina, verso il pregevole comprensorio costiero sud-romano e pontino e l’attivo comparto industriale pontino-nord. Anche il termine “intermodale” cui fa riferimento il progetto richiama l’esigenza di costituire un sistema di scambio gomma-ferro: esso avverrà in corrispondenza dello scalo di Pomezia e dei centri di Castel Romano e Vitinia».
Dagli incontri svolti tra Anas, Ministero delle Infrastrutture e Regione Lazio sono stati individuati, quali interventi di viabilità ritenuti di interesse strategico, il Corridoio Intermodale Roma – Latina e il collegamento Campoverde – Valmontone. Il tavolo tecnico, istituito per la verifica delle soluzioni progettuali, ha indicato due soluzioni progettuali. Quali sono le difficoltà a trovare una sintesi progettuale? «Come ho detto poc’anzi il progetto attuale è già frutto di una sintesi corretta, una mediazione efficace tra l’esigenza di sviluppo e la preservazione e contenuto utilizzo del territorio. Importante, anzi direi fondamentale per raggiungere questa compensazione è stato il tavolo tecnico che ha messo a confronto Regione Lazio e soggetti portatori di diverse esigenze, fino a giungere ad un unico punto di arrivo. Agire su un tracciato già esistente, la Pontina attuale, garantisce la preservazione del territorio, potenziando gli scambi.
È importante ora passare dal confronto alla decisione senza perdere ulteriore tempo».
Con l’attuazione del raddoppio, si è spesso ipotizzato un sistema tariffario che minimizzi i costi per le fasce disagiate e i pendolari. In quali termini si può intervenire in tal senso? «Si tratterà di trovare un giusto compromesso tra il minor costo possibile del pedaggio e quello legato alla gestione, quest’ultima da affidare magari ad un soggetto privato attraverso un progetto di finanza, tenendo conto inoltre, dell’esigenza di attenuare ed agevolare le tariffe per i pendolari».
Le direttive finora fissate per la soluzione progettuale del Corridoio intermodale, o raddoppio della Pontina, prevedono nel tratto Tor De Cenci – Aprilia Nord la soluzione di un’ autostrada a 3 corsie, in un tratto dove operano alcune aziende agricole. Quale impatto può avere tale opera sul territorio e in che modo si terrà conto di queste attività economiche?
«Aver scelto di utilizzare in gran parte l’area di sedime della Pontina risponde proprio all’esigenza di procurare minore impatto possibile sul territorio e in particolare sulle aziende agricole localizzate sul tratto Roma-Aprilia. La stessa attenzione è stata posta nel territorio pontino. Le aziende agricole del territorio della nostra provincia interessate al tracciato si concentrano nel comprensorio di Aprilia-Campoverde e Cisterna e costituiscono un valore aggiunto e di alto pregio per la nostra economia. Pensiamo all’Igp Kiwi-Latina, ai vigneti di uve Doc che coinvolgono anche il territorio di Velletri; è chiaro che questo patrimonio non poteva né potrà mai andare disperso. Il tracciato credo vada incontro a tale necessità, cercando di tener conto di questi aspetti sia per una sensibilità connaturata alla consapevolezza dell’importanza di questo settore, sia perché anche il Cipe ha sollecitato queste modifiche per salvaguardare quanto più possibile le realtà agricole preesistenti. Lo stesso vale per quelle aree ritenute interessanti sotto il profilo idrogeologico ed ambientale: mi riferisco al comprensorio di Castel di Decima e Castel Porziano, dove il tratto dell’Intermodale Roma – Latina differisce dal Corridoio Tirrenico di prima concezione in ragione di una maggiore attenzione a tali tematiche».
Elisabetta Rizzo
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