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Latina. Il territorio sotto tutela. È la proposta di Giuseppe Pannone dopo le dichiarazioni estive di Barbareschi, Porzio e Bianchi...
Sotto il solleone estivo c’è chi pensa alla secessione, chi tollera le sfuriate, chi nasconde i documenti.
L’estate postelettorale si annuncia piena di amene sorprese tanto per ravvivare le giornate sotto l’ombrellone. Unica assente la politica. Scrive Giuseppe Pannone:
«Sulle pagine di un quotidiano nazionale leggo che il sindaco di Ponza ha intenzione di farsi annettere dalla capitale. I ponzesi si sentono isolati da una provincia che li snobba, quasi come se tra la terraferma e l’isola ci fosse un oceano e non il Tirreno. Hanno ragioni da vendere, se solo si pensa che per l’approvvigionamento idrico dipendono ancora da una nave che arriva da Napoli. Hanno meno ragioni se si guarda cosa hanno lasciato che diventasse il loro territorio, con case sempre più dentro, nelle viscere, dell’isola e una strada con antiche tracce di reticolato romano completamente deturpato, che porta ad una spiaggia in abbandono. E’ comprensibile l’atteggiamento di chi cerca di appropriasi di un gioiello in più; l’occasione fa l’uomo ladro, recita un vecchio adagio. Ma è patetico chi si sente derubato di una cosa cui non ha mai dato importanza.
E che dire delle sfuriate del direttore artistico contro gli ex assessori ed i funzionari del comune? Non conosco a fondo le vicende della Fondazione, né ho intenzione di fare una difesa d’ufficio, ma è francamente inaccettabile che un signore, un po’ prepotente e molto presuntuoso, si presenti ad una conferenza stampa e, sviando dal tema, si permetta di sparare a zero su nostri concittadini, li offenda impunemente davanti ad un sindaco che non fa neanche un cenno di reazione. Forse pensava ad altro il primo cittadino, ad un porto nucleare, ad inventare nuovi equilibri, o forse ad aumentare la sua squadra, in modo che le invettive degli istrioni di turno possano avere un ventaglio maggiore di obiettivi!
Intanto c’è chi si diverte a giocare a nascondino. Già perché nella nostra città il lavoro di una commissione di controllo deve essere appannaggio di pochi eletti, per decisione di un non eletto. Cosa importa se qualche cittadino protesta e si indigna per un aumento sconsiderato delle bollette sui rifiuti, è “contro ogni etica” protestare e chiedere chiarezza sostiene il manager, è la politica che deve decidere e controllare, gli utenti sono solo delle inutili comparse, una sorta di scenario di cartone.
E intanto altri da fuori decidono. Una bella struttura nuova di zecca, 5 milioni di euro ed ecco scomparire sotto un grande capannone le nefandezze nucleari di B.go Sabotino, magari lasciando un po’ di spazio in più: non si sa mai che in cambio delle isole non ci dessero qualche bidone nucleare!
Per disinnescare una politica senza immaginazione, forse l’unica soluzione è che, con Ponza, Ventotene, Zannone e Palmarola, doniamo tutto il nostro patrimonio ad amministrazioni più attente e intraprendenti ovvero le mettiamo sotto la loro tutela, come se fossero dei protettorati; a partire dalla Marina di Latina dove a quei pochi turisti che arrivano, oltre a disservizi e mare sporco, riusciamo a riservare un bel foglio di via. Almeno così saranno loro a decidere chi li amministrerà e una volta tanto si sentiranno a casa».
Andrea Apruzzese
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