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Latina. Quel pasticciaccio brutto delle elezioni. Luigi Gallo: «Quasi quasi parlerei di ostracismo nei confronti della mia lista. Che dava fastidio»

Continuano nei nostri confronti gli atti di ostracismo - scrive Luigi Gallo candidato a sindaco con la lista “L’Altra Latina”, - : «Il giorno 18 maggio abbiamo presentato regolare richiesta alla commissione elettorale per avere copia di tutti i fascicoli inerenti la presentazione di tutte le liste partecipanti alle elezioni amministrative. Dopo 50 giorni con notevole ritardo, la commissione ha voluto un incontro per dire che mi negavano l’accesso agli atti in virtù della legge sulla privacy. Infatti secondo la commissione in una lettera di risposta datata 16 luglio 2007 , si noti bene, ben 60 giorni dopo la mia richiesta, violando la legge sulla trasparenza che prevede risposte in 30 giorni, hanno negato l’accesso ala documentazione presentata da ciascuna lista per le elezioni, perché secondo la dicitura riportata sui moduli delle sottoscrizioni, i sottoscrittori sono stati informati che i loro dati potevano essere utilizzati per le sole finalità previste dal T.U. del 16 maggio 1960 n. 570 e dal D. l.vo 18 agosto 2000 n. 267, quindi i dati non possono essere resi pubblici. Peccato che la stessa legge sulla Privacy da loro invocata, all’art. 65 prevede che i dati personali, ivi compresi quelli dei sottoscrittori delle liste elettorali, possono essere invece comunicati se non addirittura in alcuni casi diffusi con le dovute precauzioni. Qui arriviamo al dunque, giacchè la commissione Elettorale di Latina mi ha sostanzialmente detto che se proprio ci tenevo, potevo fare ricorso per avere i documenti richiesti; peccato che questa risposta sia avvenuta talmente tardi da non farmi rientrare con i termini del ricorso contro la decisione presa nei confronti della mia lista. Ciò che apre molti dubbi sull’operato della commissione Elettorale di Latina è la superficialità con cui è stata trattata la cosa. Il garante infatti già nel 2003 rispondendo proprio ad una commissione elettorale ha dichiarato LEGITTIMO l’accesso, addirittura di un semplice elettore, ai documenti amministrativi riguardanti la presentazione delle liste dei candidati. Esiste infatti uno specifico parere (consultabile comodamente attraverso il sito www.garanteprivacy.it – sezione news letter marzo 2003 ) fornito dal Garante della Privacy alla commissione elettorale di un’altro comune, che scrupolosamente, si è presa il disturbo di contattare la predetta Autorità al fine di ricevere un parere sulla richiesta di un cittadino che, nella sua semplice qualità di elettore, aveva chiesto di accedere agli atti relativi alla presentazione delle liste dei candidati per il rinnovo del consiglio comunale per accertare la regolarità delle operazioni elettorali. Ebbene l’Autorità, pur riconoscendo che i documenti ai quali si richiedeva l’accesso, potevano contenere anche dati "sensibili" idonei a rivelare le convinzioni politiche dei sottoscrittori delle liste, ha comunque precisato che la legge n. 675/1996 consente alle pubbliche amministrazioni di comunicare all’esterno anche questo genere di informazioni purché ciò realmente necessario per determinate finalità di interesse pubblico. Finalità, tra le quali rientrano, in particolare, anche quelle relative all’applicazione della normativa sull’accesso ai documenti amministrativi e quelle connesse "all’applicazione della disciplina in materia di elettorato attivo e passivo e di esercizio di altri diritti politici" (artt. 8, comma 4 e 16, comma 1, decreto legislativo. n. 135/1999). Alla luce di quanto sopra la mia richiesta era e resta del tutto legittima al di là della diversa ed alquanto soggettiva interpretazione della legge da parte della commissione elettorale, che pure stiamo approfondendo nelle sedi opportune anche con la richiesta di intervento. Alla luce di tutta questa vicenda, visti i ridicoli risvolti a cui stiamo assistendo, sorge spontaneo un dubbio, o la commissione elettorale non è all’altezza del suo compito, visto che ha risposto fuori dai termini di legge alle richieste inoltrate, e che superficialmente non è andata neanche a verificare sul sito del Garante la possibilità di dare accesso agli atti, oppure c’è stata la volontà di non permettere alla mia lista di fare ricorso negando gli strumenti per farlo. Tuttavia i dubbi sulle liste ammesse sono molti, anzi aumentano anche perchè c’è la reale possibilità, confermata da persone che stanno valutando di sporgere denuncia, che tra i sottoscrittori ci siano persone ignare di aver sottoscritto le liste stesse. Di conseguenza tutto l’iter delle elezioni sarebbe completamente falsato... È sempre più forte il sospetto che questo atteggiamento sia teso a nascondere irregolarità nelle altre liste, che non sono state “notate” come più di qualcuno sostiene, e conferma la denuncia fatta prima delle elezioni, che nel caso della lista L’altra Latina siano stati usati due pesi e due misure nel giudicare gli atti».

Andrea Apruzzese


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