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Latina. Partito Democratico, c'è un manifesto. Claudio Moscardelli: «Federalismo, sussidiarietà e pieno protagonismo delle autonomie locali...»

La costituzione del Partito Democratico si pone l’obiettivo di rinnovare la politica in Italia e in Europa. Scrive Claudio Moscardelli, consigliere regionale della Marghertia: «Il P.D. vuole essere protagonista in Europa come nuova formazione che superi i conservatori di tutti gli schieramenti, per rilanciare il progetto federalista e di unione politica dell’Europa, per avere una costituzione europea, per rilanciare il ruolo dell’Unione Europea nel mondo per affrontare l’emergenza ambientale e come costruttrice di politiche di cooperazione e di sviluppo. Al progetto europeo deve legarsi un nuovo dinamismo dell’Italia che deve riprendere un cammino di crescita capace di toccare tutti i cittadini e le famiglie. Modernizzare il Paese significa investire nella ricerca per nuove fonti di energia, per attuare una politica radicalmente riformatrice per un modello di sviluppo economico ambientalmente sostenibile, per l’Occidente e per i Paesi poveri. L’abbattimento dei tempi burocratici, lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, le politiche per il sapere, l’innovazione del nostro sistema industriale, la sicurezza dei cittadini, la ripresa della natalità e la promozione delle famiglie sono il terreno su cui le grandi culture ispirate ai valori cristiani e della tradizione liberale e socialista, che alimentano la nascita del P.D., debbono confrontarsi per dare risposte nuove. La politica deve assicurare le condizioni perché i programmi possano tradursi in decisioni di governo, senza restringere gli spazi di democrazia. L’attuale eterogeneità delle coalizioni ha favorito una crescente sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni. La legge elettorale va riformata, salvaguardando la libertà dei cittadini di scegliere i parlamentari. Il P.D. dovrà ancorarsi ai valori profondi della nostra comunità, per poter interpretare la domanda governo dei cittadini. La dinamicità del P.D. deve essere sperimentata subito, ricercando il consenso di tutte le forze disponibili su progetti di sviluppo nei territori, a partire dalle prossime elezioni comunali. Occorre un progetto di sviluppo per il Lazio: “Modello Lazio” è l’obiettivo che il P.D. propone e di cui deve essere motore. In questi due anni di esperienza regionale si è contribuito a segnare, sebbene con alterne fasi, una nuova politica regionale per lo sviluppo delle province. Il modello Roma non è applicabile al Lazio e occorre andare oltre, aprirsi per essere opportunità per tutto il territorio. Per uno sviluppo equilibrato, giocano un ruolo decisivo le scelte in campo istituzionale nei rapporti tra il Comune di Roma, le Province e la Regione. Il rafforzamento dei poteri a Roma deve vedere il contestuale rafforzamento dei poteri della Regione, che deve divenire a statuto speciale e una decisa politica di decentramento da parte di quest’ultima verso le Province. Su questa linea possiamo dare coerenza ad un ordinamento della Regione Lazio che è “naturalmente” speciale e che non può prescindere da un rapporto di equilibrio. In questo quadro, occorre favorire l’integrazione tra province per creare macroaree, come soggetti attivi di un processo di integrazione in funzione dello sviluppo e della coesione di un sistema regionale. Occorre stimolare l’aggregazione di aree nel senso della programmazione e della gestione del territorio tra province. Le province di Latina e di Frosinone, come quelle di Rieti e di Viterbo possono e debbono avanzare proposte di sviluppo coordinate e pensate per area vasta, così come ciascuna provincia può e deve raccordarsi con la provincia di Roma che funge da cerniera tra il Lazio e Roma. Lo sviluppo del Lazio sud è la risposta alle spinte disgregatrici provenienti da più parti: tuttavia perché ciò non sia un espediente o un trucco, occorre subito una proposta comune del P.D. del Lazio sud per sostenere la realizzazione dell’aeroporto del Lazio sud e della Corte d’Appello, agendo in sinergia per ottenere e dislocare servizi e infrastrutture. Legato al tema dell’equilibrio istituzionale è quello della riforma delle legge elettorale regionale. La Riforma deve rispondere all’esigenza di assicurare a ciascun territorio una rappresentanza certa in base alla popolazione, di avere un maggiore equilibrio tra circoscrizioni elettorali rendendo autonomo quello della provincia di Roma, di assegnare alla scelta dei cittadini tutti i seggi regionali con l’abolizione del cosiddetto listino. Dentro il sistema regionale Latina presenta peculiarità positive ma anche forti ritardi: la sfida per rimettere in moto lo sviluppo deve affrontare due nodi fondamentali come la mobilità e le infrastrutture; la valorizzazione del capitale umano. Lo sviluppo della nostra provincia riparte dalla valorizzazione di un’identità articolata, per la varietà di storie e radici, di vocazioni economiche e diversità ambientali, e allo stesso tempo comune, per poter integrare a sistema le ricchezze di questa terra per un progetto che guardi all’Europa ma anche al “mare”, come risorsa culturale ed economica di riferimento. L’area del mediterraneo quale naturale e storica frontiera di scambi culturali ed economici, dal 2010 sarà area di libero scambio. Le infrastrutture viarie e di collegamento in generale costituiscono la base per uno sviluppo autonomo della nostra provincia, per creare un sistema economico integrato e collegato con le altre regioni del paese e dell’Europa. Di importanza strategica è il piano della infrastrutturale e della mobilità regionale che la Regione ha previsto per la provincia di Latina. Un nuovo ruolo strategico è quello della mobilità su ferro, favorito dal carattere regionale della linea Roma- Formia – Minturno. L’individuazione della necessità di un terzo aeroporto del Lazio e il rilancio della portualità con lo sviluppo di Gaeta e della nautica turistica, il distretto della nautica e il polo di alta formazione, il nuovo piano porti del Lazio, rappresentano la svolta che la provincia attendeva. La valorizzazione del capitale umano per far ripartire lo sviluppo, l’occupazione e per combattere la precarietà del lavoro. Investire sulla conoscenza e la formazione lungo tutto il corso della vita, sono la condizione per promuovere occupazione e per combattere la precarietà del lavoro. In questo ambito, l’Università è uno dei riferimenti essenziali per favorire la circolazione delle idee e una crescita del tessuto sociale ed economico : lo sviluppo universitario è legato alla qualità, alla ricerca e alla specializzazione. L’Università e il sistema industriale debbono collaborare per sostenere iniziative come quelle dei poli tecnologici per favorire l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di tecnologie che sostengano la crescita di un tessuto di imprese più competitive. Il turismo basato sul binomio qualità ambientale straordinaria ed eccellenza dei servizi, una moderna agricoltura centrata sulla qualità dei prodotti abbinata alla peculiarità ed unicità del contesto ambientale e paesaggistico, il rafforzamento del sistema industriale, lo snellimento della burocrazia, l’investimento di risorse nella ricerca e nello sviluppo della conoscenza del nostro capitale umano, il programma infrastrutturale e di servizi di eccellenza, sia per le imprese che per i cittadini, costituiscono il programma politico del Partito Democratico che ha nella centralità del territorio la sua nuova frontiera, secondo un principio di autonomia e di sussidiarietà: il protagonismo dei territori non più come periferie ma come “nuovi centri” di crescita e di sviluppo. Per sostenere queste idee ritengo che debba realizzarsi una rete di associazioni per il partito democratico che abbia nel modello Lazio un comune riferimento di iniziativa culturale e politica per connotare il P, D. del Lazio e della provincia di Latina. Un incontro su questi temi si è tenuto a San Felice la scorsa settimana; la prossima si terrà un’altra iniziativa in collaborazione con gli amici Francesco Scalia, Michele Marini e Lino Diana della provincia di Frosinone; altri confronti e riflessioni sono in corso con amici delle province di Viterbo, Rieti e Roma».

Andrea Apruzzese


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