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Latina. Socialmente utili, praticamente sfruttati. A fronte di servizi essenziali gli enti locali non sempre sono in grado di stabilizzarli...
Alessandro la Noce esponente di Sinistra Democratica interviene sul tema caldo dei Lavoratori Socialmente Utili, una forma di precariato nella pubblica amministrazione, l’occasione è offerta dalla Delibera di Giunta Regionale n. 410/2007 e quindi dall’ennesimo contributo “una tantum” di € 20.000,00 per la fuoriuscita volontaria dalle attività socialmente utili nel tentativo di mettere la parola fine alla ormai annosa questione.
Come molti sapranno, esordisce l’ex sindaco di Roccasecca dei Volsci, gli LSU-LPU svolgono il proprio compito nelle pubbliche amministrazioni, prestando un lavoro pressoché uguale a quello dei pubblici dipendenti, erogando servizi essenziali a costo zero, senza essere (da oltre un decennio) soggetti alla benché minima certezza occupazionale, remunerativa e previdenziale.
Inutile dire che con la loro cessazione, quindi, molti enti si troverebbero in gravi difficoltà, tuttavia date le situazioni finanziarie non è possibile chiedere ancora agli enti locali stessi di promuovere progetti di stabilizzazione, ed allora l’invito è quello di non disperdere utili energie utilizzando subito le risorse economiche previste dalla Legge Finanziaria 2007, che consente per esempio l’assunzione incentivata di 2.450 LSU in carico del Fondo Nazionale per l’Occupazione presso i Comuni con meno di 5.000 abitanti (art. 1, comma 1156, lett. f), legge n. 296/2006 – Finanziaria 2007).
Credo, conclude La Noce, che il 30 giugno 2008 rappresenti l’ultima data possibile per mettere fine a questo scandaloso “laissez-faire”. E’ ora che gli enti interessati, le forze politiche e sociali si attivino e si assumano le responsabilità cui fino ad oggi si sono sottratte rinviando le decisioni o delegando ad altri livelli istituzionali l’onere pagato sulla pelle dei precari.
Elisabetta Rizzo
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