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Latina. Casa Pound. Fabio Bianchi: «Uno spazio di agibilità sociale e di elaborazione culturale. Una esperienza che deve continuare»
A seguito dell’accoglimento da parte del Tribunale di Latina del ricorso presentato dalla società proprietaria dell’immobile riguardo allo sgombero di “Casa Pound” registro con molta attenzione la proposta del Capogruppo di A.N. al Consiglio Comunale di Latina Bruni Cesare ritenendo oltre che opportuna, necessaria la realizzazione di un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti che all’epoca dell’occupazione hanno dimostrato solidarietà e compiacimento in merito alle solidaristiche iniziative che si svolgono all’interno dello stabile ex-Enel di Piazza S.Maria Goretti. Scrive Fabio Bianchi:
«Oggi posso, senza dubbio alcuno, definire questa esperienza riuscita in quanto sfugge ai canoni conosciuti delle occupazioni fini a se stesse con l’obiettivo di realizzare spazi per pochi dove si compiono spesso reati al di fuori della portata del reale controllo che dovrebbe essere effettuato.
Per quanto riguarda “Casa Pound” ho potuto, invece, assistere a numerose azioni che hanno contribuito ad alleviare il disagio sociale, fornendo ricovero a nuclei familiari che al contrario sarebbero stati costretti a dormire all’addiaccio, attivando iniziative di solidarietà come la raccolta di giocattoli da donare a bambini le cui famiglie non potevano permetterseli, e molto altro.
Inoltre sempre “Casa pound” è divenuto anche uno spazio di elaborazione culturale sottraendo lo stabile all’incuria e praticandone una bonifica restituendo lo stesso ad una dignità necessaria per un edificio come quello posto al centro della Città.
Pertanto in qualità di Assessore alle politiche Sociali della provincia mi farò promotore della convocazione del tavolo di concertazione, così come auspicato dal Consigliere Bruni, che dovrà vedere tutti i soggetti che in passato hanno dimostrato attenzione rispetto a questa esperienza impegnati nel sensibilizzare anche gli Enti di appartenenza nel ricercare la giusta via, ovviamente nel rispetto della legalità, affinché si possa dare seguito all’impegno civile che i giovani protagonisti dell’occupazione hanno dimostrato in questi mesi».
Elisabetta Rizzo
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