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Pontinia. Bagno di pubblico per Mietta. «Diciotto anni di carriera mi rendono molto più vecchia di quanto non sia. Ho cominciato da bimbetta»
Ai microfoni di ParvapoliS Mietta, grande successo per la sua serata, una voce inconfondibile,
una tipica bellezza mediterranea. E tanta gavetta, fino a quel Sanremo Giovani...
«Come no, era il 1989, ero una bambina. Poi l'anno successivo c'è stato "Vattene amore" e poi
da lì è andata avanti la carriera con mille situazioni di vario genere e di vario tipo, anche
contornate dal cinema, dalle fiction. Una carriera di 18 anni». Ma tu sei giovanissima...
«Ho iniziato che ero piccola piccola piccola». Avere successo con un altro cantante affermato
è limitante? «Quello è stato un episodio, finalizzato solo a Sanremo, poi lui ha scritto
delle cose per me, ma anche qua era una cosa episodica. Ci dovesse ricapitare più in là,
perché no?». Stiamo parlando, ovviamente di Amedeo Minghi...
«Sì. Mi piacciono i bravi cantautori». Tu hai un carattere abbastanza forte...
«Tutt'altro, sono la persona più debole che conosca». Ma hai dei principi ben saldi...
«La famiglia, le persone care, le persone a cui tengo tantissimo, tutto ciò che è importante
per me è la vita delle persone che amo e giro intorno a quelle». Questo fa parte forse dei
valori meridionali... «Sì, penso che sia una cosa molto terrunciella. Però penso ci siano
persone attaccate a certi valori su al nord. Io credo che proprio noi italiani amiamo molto
la famiglia». Dal privato al professionale: qualche collega che ammiri in modo particolare
e qualcuno invece che proprio non ti va giù. «Che non mi vanno giù non ce ne sono. Io credo
nel vivi e lascia vivere. Credo ci siano i tempi per tutti e gli spazi per tutti. Poi è ovvio
che ci sono alcuni che mi piacciono di più e altri che non mi piacciono per niente. Per
le preferenze, l'ho già detto: i cantautori».
Claudio Ruggiero
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