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Roccagorga. Lo scandalo della politica. Oliviero Beha: «Destra e sinistra per me pari sono. Un residence di privilegiati arroganti»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Oliviero Beha, per parlare del suo ultimo lavoro: Italiopoli.
Un incontro culturale importante, con un'amministrazione attenta ad eventi editoriali di spessore;
sabato prossimo, tra l'altro, sarà presentato (ore 18.00, Auditorium), con Mauro Cascio, "Inquietudini e meditazioni" di Miguel
de Unamuno, edito da Rubbettino nella collana Compagnia de Galantomeni.
Italiopoli, un titolo che ha una vena, un po' critica, per quale motivo?
«Per un motivo che vediamo tutti giorni, che abbiamo sotto gli occhi.
Questo è un Paese che sta finendo in un precipizio, in una palude;
il titolo completo del libro è: come resistere nella Palude Italiopoli.
Italiopoli è un termine che riassume uno scandalo generale:
il suffisso "poli" lo abbiamo visto appiccicato dappertutto:
tangentopoli, vallettopoli, coronopoli, calciopoli, spero non
latinopoli, roccagorgopoli, maenzopoli. Insomma, c'è un problema
serio ed è quello di un Paese che ha perso identità, che ha poco futuro,
per lo meno senza cose serie, questo autunno-inverno sarà duro, lo dice l'aumento
del prezzo del pane, che non è solo un indice importante del costo della vita ma
è anche un valore simbolico. In una situazione come questa mi sembra il minimo
ragionare su come abbiamo fatto a ridurci così, quindi cominciare a parlare di politica.
In questo Paese tutto dipende dalla politica, dal primo ministro all'usciere.
Ci sono 700.000 persone che vivono di politica, un dato enorme: non ce lo possiamo
permettere né noi, né nessun altro Paese. Al centro di questo vivere di politica
ci sono gli affari. Il centrodestra e il centrosinistra non fanno politica, fanno affari.
Lo si vede dalle intercettazioni, dalle scalate bancarie, come da diecimila altri fatti
di tutti i giorni: fanno affari». Una patologia trasversale, quindi...
«Forse agli italiani andrebbe spiegato che c'è una complementarietà tra destra e sinistra
che nelle cose decisive salta fuori, salta agli occhi. Io nel libro parlo di una palude
italiana, da cui bisogna tirarsi fuori, e al centro di questa palude un residence, quello
del potere, della classe dirigente, dove vivono quelli che ci stanno. Ci vive Prodi,
ci vive Berlusconi, ci vive Valentino Rossi, ci vive la Canalis, ci vive Bruno Vespa e ci vive
il generale Pollari. Insomma, questa è la "casta" vera, altro che il libro di Stella.
Bisogna metterle a fuoco le cose. Il problema non è solo gli sprechi. Ma il modo
di intendere e di stare al mondo. Fra la base, che affoga nella palude, e la classe dirigente,
questa oligarchia, anzi: questa cupola, c'è il ponte levatoio. Dobbiamo fare qualcosa per far
saltare tutto, altrimenti noi affoghiamo nella palude e quelli che abitano dentro il residence
continuano a starsene beati e tranquilli». Affogati e Cupola, cosa si può fare?
«Ecco, questa è una delle cose su cui io nel libro insisto. I capitoli finali infatti sono
dedicati alle "resistenze"; c'è un capitolo dedicato alla società civile, alla base: se l'italiano
non ricomincia a far politica nel senso migliore, cioè a pensare al rapporto, voi vi chiamate
parva polis, piccola città, ebbene, al rapporto tra la polis, la città, e gli amministratori,
tutto ciò che rende la vita collettiva degna di essere vissuta, se non si ricomincia a pensare
in questi termini è finita. Per esempio tra le proposte c'è quella di una lista civica nazionale
che vada oltre destra e sinistra che faccia da pungolo a questo residence. Al primo posto del
programma c'è un esempio che credo stordisca gli ascoltatori che non sono abituati: possibile
che in 60 anni di vita repubblicana gli unici che ancora non siano obbligati a portare i libri
contabili in tribunale siano i partiti? Ma è possibile? Con tutto quello che sta succedendo?
Con il comitato d'affati che sono diventati, loro si posso risparmiare perché figurano come
associazioni private. Se io regalo a un partito fino a 50000 euro basta una firma, una ricevutina.
Lo vada a dire adesso che si parla di evasione fiscale». Ci permetta l'imprudenza: lei è vestito
di nero e di rosso. Ha un significato? «Il rosso si vede meglio e il nero mantiene meglio lo sporco».
Elisabetta Rizzo
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