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Latina. Ma non chiamatelo Auditorium. Giuseppe Pannone: «Zaccheo pensa e sogna di fare le cose in grande. Ma non riesce a fare quasi nulla»

«Il nostro sindaco continua a far finta di pensare in grande ma ad avere idee piccole per assecondare qualche equilibrio interno e consentire investimenti esterni o procurare lavoro a poche imprese amiche». Scrive Giuseppe Pannone: «Con uno dei soliti nomi ridondanti e pomposi quanto ambigui è stato denominato “centro commerciale polifunzionale”. Si tratta della geniale idea partorita dalla fervida fantasia del primo cittadino e dei suoi inarrestabili collaboratori per l’utilizzo dell’ex Consorzio Agrario di via don Minzoni. Una mega struttura, pensata dall’Ufficio Grandi Opere, che nelle intenzioni dovrà contenere di tutto e di più: pinacoteca, biblioteca, luogo per piccoli concerti, sale espositive, bar, ristorante, negozi e supermarket. Insomma uno scatolone zeppo di cose indistinte e superflue. Non servono contenitori, ma contenuti. Latina ha bisogno di interventi strutturali e programmazione. La nostra classe politica evidentemente ha altre preoccupazioni che il futuro della città e dei nostri giovani. C’è bisogno di una biblioteca vera, multimediale e capace di offrire un servizio all’intera città, non di una libreria un po’ più grande. Le singole facoltà hanno bisogno di proprie biblioteche e laboratori, non di servizi generici e decentrati. Occorre un vero sistema museale almeno per quanto riguarda l’architettura razionalista e il periodo pre e post bonifica, non di stand espositivi o di un’altra pinacoteca (peraltro a pochi passi da quella esistente e spesso chiusa). Serve lavoro stabile e qualificato, non il precariato prodotto dai circuiti delle multinazionali commerciali. Sarebbe utile avere un luogo di aggregazione per le attività artistiche (pittura, musica, cinema, letteratura, etc.) che raccolga le vocazioni e le aspirazioni del nostro territorio, non un posticino per qualche esibizione. Molti artisti, sostenuti da centinaia di cittadini, avevano pensato un progetto serio e concreto, in grado di dare alla città di Latina e a tutta la provincia una struttura capace di cogliere una delle vocazioni principali del territorio, una struttura originale per rilanciare il turismo del capoluogo e creare lavoro stabile e qualificato. E' la “Casa della Musica e delle Arti”. Per questa idea sono state raccolte 2.000 firme, si sono espressi artisti nazionali ed internazionali come Tiziano Ferro, Luis Bacalov, Ambrogio Sparagna e tantissimi altri, c'è un progetto operativo, sono disponibili fondi regionali ed europei. Latina ha bisogno di ben altro che un ulteriore centro commerciale, tanto meno di un cofanetto simile a quelle scatole di giochi vari per bambini che si trovano nelle edicole, tanta roba ma nulla di utile. L'idea della casa della musica è una cosa seria, non può essere ridotta a semplice tema di campagna elettorale per poi essere messa nel dimenticatoio; non si può banalizzarla pensando ad una piccola sala dove fare qualche concertino, soffocata in mezzo a negozi, ristoranti e servizi di vario genere. Gli spazi dell'ex Consorzio Agrario sono un patrimonio di tutti, non negozietti da mettere all'asta. Bisogna trasformarli in qualcosa di utile, realizzando una struttura funzionale al futuro del territorio. Confondere nello stesso luogo un coacervo di servizi pubblici e privati significa sprecare una possibilità. Quello cui pensa il nostro sindaco è di tutto e di più, ma per favore non chiamatelo “auditorium”, è un'offesa alla comunità e all'intelligenza delle persone. Meglio realizzare qualcosa di meno indistinto che confondere tutto in un calderone. Se proprio il primo cittadino non ha orecchio per la musica, abbia il coraggio di fare una scelta vera e pensi a realizzare un “centro multifunzionale per il consumo”. La “Casa della Musica e delle Arti” dovrà essere un patrimonio di tutto il territorio provinciale, non un'idea da smembrare in tante piccole tessere senza senso».

Andrea Apruzzese


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