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Roma. Unamuno, Inquietudini e meditazioni. Massimo Iiritano: «Un libro per tutti, e non solo per filosofi. Con pagine di intensa liricità...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Massimo Iiritano, docente di Antropologia della Religione
all'Università di Perugia, curatore dell'Archivio Sergio Quinzio all'Istituto Suor Orsola
Benincasa di Napoli e condirettore, con Mauro Cascio, della nuova collana di Filosofia
della Religione edita dalla Rubbettino, la Compagnia de Galantomeni.
Ieri sera la presentazione del primo titolo, proprio nella sede romana della Rubbettino,
"Inquietudini e meditazioni" di Miguel de Unamuno. Un titolo, già solo quello, che
crea interrogativi... «È un titolo molto efficace, perché è lo spirito stesso sia
del libro che dell'autore quello di creare interrogativi. Non dimentichiamo che il titolo
fu suggerito dallo stesso autore. Qui già abbiamo tutto il filo rosso di questi "interventi
d'occasione", e non solo, che hanno il senso proprio e profondo
di un'opera. Un grande merito quello della curatrice, Elena Cellini, quello di
aver riscoperto questo testo assolutamente sconosciuto in Italia.
Una scoperta molto significativa, per mettere a fuoco questo personaggio che, non dimentichiamolo,
oltre ad essere un grande scrittore, era anche un grande personaggio, di un certo rilievo
nel mondo culturale e politico della Spagna del secolo scorso. Questi sono scritti
legati alla quotidianità, all'essere provocatori e stuzzicati dai segni dei tempi, diremmo noi,
da quello che gli accadeva intorno. E poi, verso la fine del testo, ci sono degli scritti
che sono dei veri e propri tesori di scrittura unamuniana, perché sono molto poetici,
in cui la sua vena poetica viene fuori in maniera molto preziosa. Non a caso Maria
Zambrano parlava, per Miguel de Unamuno, di "filosofia poetica".
E l'apertura di questa collana di Filosofia della Religione ha questo grande merito,
quello di aver scoperto questo testo di grande bellezza, attualità, efficacia
e freschezza espressiva. Un grande strumento sia nell'ambito degli studi di Filosofia
della Religione, ma questo è un libro che si fa leggere da un pubblico di non addetti
ai lavori con una certa piacevolezza. Sempre destando "inquietudini e meditazioni", ma con una
prosa che non è solo per filosofi o per filosofi della religione, ma è per tutti».
Che tipo di inquietudini e che tipo di dubbi questo autore ha lasciato in lei?
«Diciamo che Unamuno da quando lo conosco ne ha lasciato tanti di dubbi e di inquietudini;
è un autore che va avvicinato da chi è disposto a lasciarsi inquietare. Certo non lascia
tranquilli. Lui vuole provocarci sulle scelte fondamentali dell'esistenza.
Scelte che poi si traducono nel vissuto quotidiano, e qui sta tutta la sua attualità.
Si parla tanto oggi della filosofia pubblica, ecco, in questo autore si hanno
provocazioni molto forti in questo senso. Quindi noi abbiamo sia provocazioni religiose,
sia inquietudini che riguardano il modo di atteggiarsi nei confronti dell'altro e del proprio
tempo».
Elisabetta Rizzo
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