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Aprilia. La Freccia. Marco Procaccini: «La nostra associazione è nata per recuperare dal degrado luoghi storici della città. Come l'ex Mattatoio»

Davanti ai microfoni di ParvapoliS Marco Procaccini, il presidente dell’associazione culturale ‘La Freccia’ di Aprilia, che opera nell’ex mattatoio in via Cattaneo 2. Domenica 16 settembre grosso successo di pubblico, ben oltre 600 spettatori, con il bellissimo concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, preceduto dall’omonimo film girato con qualità da Agostino Ferrente e che spiega la genesi di questo gruppo multietnico. –Quando è nata la vostra associazione culturale? “È nata dal sogno di alcuni giovani di questa città di recuperare dall’abbandono e dal degrado un luogo storico della città, malgrado sia d fondazione, che era l’ex mattatoio di Aprilia. Ne abbiamo preso possesso tramite un comodato d’uso gratuito del comune di Aprilia e abbiamo riqualificato l’ambiente. La cella frigorifera è stata riadattata a studio di registrazione per le band emergenti. La nostra avventura nasce nel 2002, da ragazzi al di sotto dei 20 anni, e abbiamo messo su una realtà grazie al progetto ‘Le officine culturali’ della Regione Lazio, che oggi di fatto è un polo aggregativo di carattere sociale e non certo lucrativo, unico nella provincia di Latina. In tutto il Lazio si contano una decina di ‘gemelli’ associativi, sorti sulla base del progetto delle officine culturali.”. –Ripresa autunnale della vostra programmazione, tantissima gente al concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, forse non ve l’ aspettavate… “Sì e ci tengo a dire che questo concerto ha avuto il supporto dell’ATCL , l’Associazione Teatrale dei Comuni del Lazio, e della Regione Lazio. È la prima volta che questa orchestra si esibisce in questa città, in questo territorio, carico della paura della differenza, dello stare attenti al diverso. Noi riteniamo che in questa provincia popolata da emigranti, uomini e donne che contribuiscono alla nostra economia, in realtà dietro ognuno di noi e di loro ci può essere un artista, un appassionato, capace al di là del proprio colore della pelle e della propria storia”.

Claudio Ruggiero

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