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Latina. Scuola, percorsi formativi per un'anima culturale. Nicoletta Zuliani: «I soldi a disposizione sono pochi e vengono distribuiti male»

Scuola, intervento di Nicoletta Zuliani, insegnante, candidata alle primarie (Collegio 8 Latina). “Le scuole di Latina soffrono innanzitutto di problemi legati alla sicurezza strutturale. Ormai da diversi anni i ragazzi e gli insegnanti sono costretti a lavorare in condizioni precarie, in aule molto spesso ricavate suddividendo gli spazi a disposizione oppure spostandosi in sedi distaccate e poco funzionali. La Provincia di Latina ha cercato in tutti i modi di accontentarci ma i problemi non sono soltanto strutturali. I fondi a disposizione per questo tipo di interventi sono pochi e spesso vengono distribuiti male. In queste condizioni è difficile lavorare come si dovrebbe, siamo isolati. Dobbiamo cominciare a dare un segno di svolta e non più considerare i dipendenti del settore come “scollegati” dalla società civile. Bisognerebbe poter dare la possibilità agli insegnanti di collegarsi con gli Enti locali ancor di più di quanto avviene oggi, non soltanto in termini di richieste ma proprio di compartecipazione alla formazione degli studenti. I ragazzi devono assolutamente essere messi in relazione con il territorio; esistono già alcune possibilità di stage nonostante non ci siano i soldi. Siamo costretti ad andare a mendicare un contatto con l’esterno quando dovrebbe esserci un riconoscimento per questo tipo di cose. I ragazzi non sanno ad esempio che il Consiglio comunale è aperto ai cittadini, non sanno come funziona la vita amministrativa pubblica della nostra città. Servono assolutamente accordi per percorsi formativi utili per far vivere agli studenti di Latina quel ‘ senso civico ’ che manca. Un’idea di ‘ scuola aperta ’ non solo verso il territorio ma un patto formativo per i futuri cittadini. Altro discorso quello legato al mondo della cultura in relazione alla scuola. A Latina la cultura arriva nelle aule soltanto attraverso i canali istituzionali. E’ vero, c’è libertà di gestione, un’autonomia non solo disciplinare, ma il solo fatto che le proposte culturali arrivino dalla scuola non riscuotono successo motivazionale tra i ragazzi. Dovremmo essere noi insegnanti in prima persona a farci portatori di esempi di ‘ vissuto ’. Proporre a nostro nome perché le risorse degli insegnanti vanno valorizzate. Bisogna oltrepassare quella barriera generazionale che si frappone tra insegnante e studente, riuscire ad arrivare ad un rapporto diretto con i ragazzi, vivere la cultura insieme. Il nostro obiettivo deve essere quello di tirar fuori le energie delle persone, valorizzando i rapporti che veicolano cultura. Il rinnovamento passa soltanto attraverso il rapporto tra le persone. Trasformare Latina in una città ‘ vissuta ’, munita cioè di una propria anima culturale”.

Andrea Apruzzese


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