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Latina. La sinistra sa fare bene due cose: confrontarsi alle primarie e perdere le elezioni. Giuseppe Pannone: «Siamo pronti al rinnovamento»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Pannone candidato alle primarie del 14 ottobre per il costituendo Partito Democratico. Grande l’attesa per questo evento, forse perché sono grandi le aspettative legate al “nuovo progetto della sinistra”: un unico “blocco politico” unito e compatto per rispondere efficientemente alle esigenze dell’elettorato. «Ci aspettiamo un grande coinvolgimento, al di là del numero dei partecipanti è importante il messaggio che vogliamo lanciare: la sinistra è pronta al rinnovamento». Le primarie diventano quindi uno dei tanti tentativi volti a riavvicinare le persone alla politica, negli ultimi mesi in televisione non si parla di altro. Che i nostri politici si siano finalmente resi conto che l’elettorato è stufo di assistere al “teatrino” messo in scena ogni giorno in Parlamento?. «Riavvicinare gli elettori alla politica è oggi importante. Beppe Grillo è un chiaro esempio che la gente vuole una classe politica moralmente più corretta. Questo è il segnale che il Partito Democratico deve dare. Dobbiamo partire dalle realtà locali per arrivare alla realtà nazionale. C’è un decadimento generale della politica e dello stesso centro sinistra che si è mostrato poco attento alle richieste della popolazione». Cosa può fare il PD per il nostro comune? «La presenza è importante. I nostri rappresentanti devono essere uniti e creare un’unica forza. Il centro sinistra fin ora non lo ha fatto, a Latina siamo arrivati al minimo storico. C’è bisogno di un cambiamento, il PD può farlo a condizione che non diventi solo l’insieme dei nostri attuali dirigenti, è necessario lasciare spazio alle “nuove forze”. Il termine democratico ha un profondo senso per la sinistra. Dobbiamo riappropriarci di battaglie importanti, a favore dei cittadini e dei giovani precari. Io mi propongo per questo, ma non come individuo, il singolo è utile se esiste un progetto comune». Importante sarà quindi scegliere un segretario nazionale in grado di “guidare e dirigere” i nuovi ingranaggi «Su questo argomento voglio sottolineare un’ incongruenza che si sta formando. Stiamo votando una assemblea costituente e hanno già deciso di eleggere il segretario. È come se una Costituente Repubblicana prima ancora di riunirsi, avesse già eletto il primo Ministro. Questo atteggiamento dimostra la volontà di voler “solidificare” la propria posizione e non metterla in discussione. Non è importante chi verrà eletto segretario sia Letta, la Bindi o Veltroni. Il punto è cosa può fare. Il nostro nemico oggi, non sono le Istituzioni ma una amministrazione locale, mi riferisco alla destra arruffona, che sta mangiando tutto». Sicuramente i buoni propositi non mancano, speriamo solo di non ritrovarci in una situazione in cui, a cambiare è solo la forma ma non la sostanza.

Natalia Pane

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