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Latina. L'Acqua e la pietra, un libro di poesie. Bianca Madeccia: «La semplicità della finzione è una strada possibile di conoscenza»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bianca Madeccia. Un libro di poesie, "L'Acqua e la pietra" è stato presentato qualche giorno fa al Museo Cambellotti. Perché questo titolo? «Il titolo si riferisce a due modi diversi di essere che da sempre si scontrano nella nostra cultura e non solo. La pietra, che è lo stare, l'essere inamovibili, e l'acqua che viceversa è l'estrema fluidità. Su questi due poli si gioca la vita di tutti. Le poesie sono improntate ad uno stile di analisi interiore, severo, metafisico. Una scrittura abbastanza semplice. È il mio primo libro di poesia. Io ho scritto fino ad adesso solo microracconti». Quanta biografia c'è? «Per me la poesia nasce da un lavoro di sintesi. Non c'è un tema che mi interessa più di altri. A me interessa l'interiorità. E il linguaggio, il lavoro sul verso». Vuoi trasmettere un messaggio o è una cosa sua? «Entrambe le cose. Nel mio caso quando cerco di capire, cerco di tornare alla base delle cose. E per me tornare all'acqua e alla pietra delle cose sarebbe un bel salto filosofico». Con un semplicità di fondo... «Sì, la semplicità è una strada possibile per la poesia del novecento e per la conoscenza. Parola di Wallace Stevens».

Sara Fedeli

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