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Latina. Tia, adesso parliamo di responsabilità. Giuseppe Pannone: «Occorre fare chiarezza su tanti punti, spesso dimenticati...»
«Dopo il lucido ed appassionato intervento di Giorgio De Marchis in consiglio comunale, anche i più riottosi (forse) hanno capito in quale assurda spirale il comune si è andato ad infilare con la delibera 44/07». Scrive Giuseppe Pannone:
«Ora è chiaro: il passaggio da Tarsu/Tia, fortemente voluta da tutto il centrodestra senza discussioni, è stata una scelta politica scellerata e non tutti quelli che oggi si indignano sono credibili. Chi ha approvato la delibera con il voto in commissione e in consiglio ha la responsabilità di quella decisione. Non è mera questione di stile, si tratta della credibilità delle istituzioni ed anche la moralità della politica.
Le determinazioni dell’ultimo consiglio comunale dimostrano che chi si è opposto con decisione e sin dall’inizio al nefando e frettoloso passaggio aveva ragioni da vendere; le conclusioni della commissione di saggi nominata da Latina Ambiente sono la prova che coloro che subito hanno contestato duramente quella scelta non erano sobillatori (come sostiene il presidente di Latina Ambiente).
Mi complimento con De Marchis, che ha portato avanti una battaglia intrapresa con qualche altro “contestatore” con la necessaria determinazione, dimostrando che una seria opposizione è possibile. Ma va detto che non tutti possono rivendicare una vittoria in favore degli utenti, neanche nel centrosinistra!
Ora, però, viene la parte più difficile, perché bisogna capire come regolare i rapporti tra amministrazione comunale e società, con in mezzo i diritti dei cittadini.
Prima di tutto bisogna fare chiarezza su alcuni aspetti troppo spesso evitati:
a) la raccolta differenziata doveva partire dal 1998, perché si è iniziato con tanto ritardo, chi ne paga le conseguenze (rifiuti indifferenziati in discarica e collasso del sito di B.go Montello)?
b) Perché dallo stesso anno non risultano essere stati effettuati i dovuti accertamenti sull’evasione della tassa? A quanto ammonta il danno dell’omissione? Chi ne è responsabile?
c) Per quale motivo al gestore della riscossione (Latina Ambiente) sono stati consegnati elenchi e ruoli incompleti e inesatti? Perché non è stato fatto alcun aggiornamento o verifica?
d) Perché alla società che gestisce il ciclo dei rifiuti sono stati anticipati oltre 6 milioni di euro (delibera di Giunta n. 437 del 4.8.06) e non se ne chiede la restituzione?
e) Quali sono i motivi per i quali ad oggi le contestazioni sull’esecuzione di alcuni servizi non resi dalla Latina Ambiente nel periodo 2003/04, non hanno riportato nelle casse del comune quasi 3 milioni di euro?
f) Con quali strumenti finanziari verranno coperte le esenzioni e le riduzioni per la zona della discarica, gli agricoltori e le fasce deboli (le del. di Giunta 590, 685 e 735 del 2006 prive di copertura economica)?
g) Perché l’amministrazione Comunale non ha preteso l’applicazione della convenzione (piano economico finanziario, report trimestrale, comunicazioni, etc.) e non ha insediato la commissione di vigilanza??
Sono solo alcuni dei quesiti cui la città intera ha diritto di avere risposte, chiare e concrete.
Non so se sarà possibile sciogliere la Latina Ambiente, comunque sarà un percorso lungo e complesso. Intanto si può revocare alla Latina Ambiente l’affidamento del ruolo di riscossore, ottenere la restituzione delle somme anticipate o pagate per servizi non resi e contestare le gravi inadempienze.
Ma, soprattutto, bisognerà individuare e punire i responsabili dell’intera situazione, perché il danno per l’intera comunità è enorme; non farlo sarebbe come servire un altro bidone ai cittadini».
Andrea Apruzzese
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