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Gaeta. La convention per il porto. Paolo Angeletti (A.Ma.Re.): «Non la solita demagogia politica, ma una programmazione seria e fattiva»

La "convention" del 12 ottobre scorso, nata con una connotazione prevalentemente politica, lasciava nutrire una certa diffidenza in chi teme la demagogia, un male oggi purtroppo ricorrente nella "promessa" politica. Ma la sede prescelta; L'Istituto Nautico "G.Caboto", ed i contenuti dei tanti interventi, coordinati dalla Dott.sa P.Rosato, in materia di portualità e di traffici marittimi, suggeriscono la più opportuna denominazione di "Assemblea Generale" in cui finalmente si è cercato di delineare una programmazione fattiva. Scrive Paolo Angeletti: «Durante il positivo confronto, tutti hanno preso atto di quanto da più parti è emerso sul da farsi, partendo dall'assunto che la "paralisi" del passato, non sia giustificabile da qualsivoglia colore politico. Infatti tanti conflitti in atto, di natura politica, economica e sociale, hanno finora contribuito a mantenere la nostra attività marittima – portuale in uno stato di artefatto ristagno, che ha impedito qualsiasi tentativo di sviluppo o diversificazione del traffico, ad eccezione di pallidi tentativi dalle prospettive sovradimensionate. Perciò è stato oltremodo incoraggiante notare in diverse espressioni, la volontà di intraprendere finalmente un cammino di semplificazione e rasserenante mediazione, attraverso dialoghi costruttivi tra le parti. Giustamente si è parlato della necessità di annettere il porto al territorio: se a Gaeta è mancato questo organico e funzionale rapporto dell'attività marittima – portuale con l'hinterland, è da attribuire al fatto che la legge del 94 sul riordino della portualità sia stata volutamente "dribblata", dando vita solo ad una competizione "selvaggia" nel rilascio delle autorizzazioni alle imprese per la fornitura di servizi. Era invece auspicabile che l'area AGIP, con centinaia di prese per il monitoraggio del traffico frigo, e l'interporto, realizzati con un cospicuo intervento di fondi pubblici, che avevano riconosciuti validi gli scopi ed obiettivi del progetto (che in allegato presentava il previsto documento di sicurezza relativo all'attività che nell'area si sarebbe svolta), fossero stati chiesti e dati in concessione, come previsto dalla legge, ad un pool d'imprenditori e/o vettori marittimi per attivare un'adeguata struttura gestionale e sinergica, nell'interesse comune, rivolto ad una prospettiva di sicuro sviluppo dell'intera area portuale. Invece le infrastrutture esistenti, che non sono di poco conto, sono state lasciate per anni ed anni inutilizzate e nel degrado, o utilizzate nel tempo solo come strumenti conflittuali che hanno alimentato contese politiche di natura gestionale, volte solo all'acquisizione di nuove aree di potere. Finalmente, però, durante l'assemblea ci è sembrato di cogliere che ci sia ora quella attesa tregua e la volontà vera di valorizzare queste infrastrutture esistenti in maniera adeguata. Con l'obiettivo precipuo della terminalizzazione dell'area si dovrà cominciare a delineare una struttura animata da diversi profili professionali, preparati con adeguati processi formativi e informativi, che abbiano la capacità di organizzare e gestire le tre aree: operativa, logistica e tecnica per l'effettiva funzionalità del terminal. Una volta avviato il "volano", andrà affrontato con l'Autorità Marittima, il problema della preferenzialità degli accosti e, all'occorrenza, dell'area di temporanea custodia e delle "lane" obbligate per la sicurezza della navigazione delle navi in entrata ed uscita dal porto in h24. Convincente, seppur velato, l'invito a superare posizioni standardizzate di qualche vettore o organismo pubblico che persegue la difesa dei propri interessi e/o poteri, da ritenere legittimi, purché guardino anche allo sviluppo ed al bene comune. A tal fine è auspicabile sostituire, nelle commissioni e nei comitati, al dialogo "ristretto" ed a senso unico, un sano dibattito allargato e "democratico" che contribuisca ad uscire dalla nicchia di soggetti che, per loro definizione, non possono restare isolati. È stato pure ribadito che spetta all'autorità portuale, che ha poteri di indirizzo e coordinamento dell'attività, fornire all'imprenditoria mezzi e strumenti idonei per lo sviluppo programmato; come pure ad essa compete di seguire le attività di marketing ed il compito di controllare l'attività acquisitiva dei traffici da parte dei vettori interessati, contribuendo all'opera di sviluppo sociale ed economico, attivando nuove strutture asservite ad una diversa tipologia di traffico marittimo, che guarderebbe, con i collegamenti RO-RO, anche allo sviluppo turistico. Nel superamento della palude dell'inattività istituzionale locale, tutti i presenti, dopo gli autorevoli interventi del Pres. dell'Autorità Portuale on. Ciani, del Pres. del Cons. Reg. Moscardelli, dell'Ass. Cavalieri(in rappr. del Sindaco Dott.Raimondi), del Dott. Ranucci, del Cons. Prov. Magliozzi, del Dott. Di Cesare, del Dott. Gino Valente e del Pres.A.Ma.Re Di Maggio, hanno incominciato a sperare: sperano gli interessati alla realizzazione dell'impianto ittico, sperano quelli della Coop. Dell'ortofrutta di Fondi, sperano gli imprenditori della pesca e della cantieristica; senza trascurare l'importante indotto della nautica da diporto, altra potenziale fonte d'impiego di professionalità qualificate, peraltro già esistenti, grazie all'attività multisettoriale proposta e svolta dall'Ist. Nautico G.Caboto. Speranze alimentate da discorsi convincenti che hanno saputo (speriamo non solo per una sera) prescindere dalla propaganda politica, prospettando piani di fattività e programmi possibili da realizzare con l'accordo di tutta l'imprenditoria ed il contributo degli organismi istituzionali. Proprio questo pluralismo di speranze deve farci tenere presente che il porto, quale bene comune, rimane "pubblico, sia pur gestito da privati" e, con le attività portuale e marittima perfettamente integrate con le altre attività produttive locali più importanti, annesso e funzionale al territorio. La rotta marittima ha principio, fine e toccate nei porti e ciò rimane valido solo per il governo delle navi; ma ormai in realtà il traffico marittimo delle merci transita per i porti, diventati una specie di "tapirulant controllato, tanto da cambiare, oltre ai contenitori, anche per il traffico RO-Ro dei traghetti, le vecchie regole "INCOTERMS", dai secolari contratti di trasporto "Costo e Nolo" e "Costo Assic. e Nolo" in "C.P.T." cioè "Trasporto pagato fino alla destinazione dell'hinterland". Altro intervento di spicco, per concretezza e fattività, quello del Preside Troisi del Nautico G. Caboto. Alla sua dedizione costante e tenace determinazione, come giustamente sottolineato dalla rappresentanza istituzionale, è doveroso fare un ringraziamento per la creazione di questo ponte "Scuola – Attività marittime" (e noi oggi aggiungiamo per quanto sopra, "portuali") che provvede alla formazione di tutti i profili professionali attinenti al mare, senza trascurare nessuna opportunità offerta dal territorio, perché è sul territorio che deve confrontarsi ed adeguarsi la scuola, così da perpetuare ed incentivare la cultura di tutte le attività marinare. Noi marittimi di A.Ma.Re. – Gaeta delle passate generazioni, seppur bene istruiti da questo stesso Istituto; abbiamo avuto accesso al mondo del lavoro in modo duro, traumatico e spesso umiliante per il tipo di contrattazione capestro e le condizioni di vita a bordo; eravamo perciò emozionati (forse anche per la "maggiore età") quando abbiamo assistito, giorni fa, all'alza bandiera della Soc. di Nav. Grimaldi che, d'intesa con la scuola faciliterà ai neoallievi del Nautico il compito di entrare a far parte della grande famiglia marinara, attraverso un percorso programmato: una importante opportunità in più per i nostri giovani, una visione operativa e concreta della proposta culturale che ci fa sentire coinvolti in prima persona ed a pieno titolo nel processo di trasferimento del sapere».

Andrea Apruzzese


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