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Latina. Pd, il debutto della nuova generazione. Gianmarco Proietti: «La politica deve cambiare radicalmente e mettere al centro l'uomo...»
Davanti la Telecamere di ParvapoliS con Gianmarco Proietti del Partito Democratico. Grande successo il 14 Ottobre per le primarie che hanno deciso il segretario nazionale del nuovo PD, successo forse un po’ inaspettato... «Si, non ci aspettavamo tanta affluenza, questo ha dimostrato una volontà di partecipazione della popolazione, anche di Latina. È un esempio di politica veramente alta, indipendentemente dal punto di osservazione in cui ci si pone. La gente di Latina vuole partecipare, e la partecipazione è il primo elemento fondamentale della democrazia. Il Partito Democratico ha saputo interpretare nella sua origine, questo bisogno dei cittadini, anche di Latina, di essere presenti nell’attività politica. I cittadini hanno a cuore la propria città, vogliono poter dire la loro sull’attività quotidiana della propria amministrazione». Come tutti sapete, le primarie hanno decretato la vittoria di Veltroni, ma i suoi "avversari" tra cui Letta e la Bindi, hanno dichiarato di appoggiare in pieno, quello che gli elettori hanno deciso, del resto è stato più volte ripetuto che il PD vuole essere un partito concepito per il popolo, capace di ascoltare le esigenze di chi gli sta intorno. Effettivamente, le dichiarazioni che abbiamo sentito fare di continuo dai nostri politici, in questi giorni, indicano la necessità di rimettersi in gioco, l’ esigenza di ridare vita e fiducia nella parola democrazia e soprattutto nella parola politica. «La democrazia va costruita non è qualcosa che già c’è, è un percorso, un itinerario. Ora si è costituita una assemblea costituente, sia a livello nazionale che regionale, questa è la prima tappa di un processo democratico. Nulla è ancora completamente definito, dobbiamo costruirlo passo passo, Rosy Bindi a contribuito a dare una spinta a questo percorso, lungo, complesso. La politica deve radicalmente cambiare, deve rimettere al centro la persona, soprattutto chi non ce la fa. Un processo lungo, che non potrà mai considerarsi compiuto totalmente, perché ci sarà sempre qualcuno a cui si deve dare voce». Un partito dunque, che proprio in virtù della sua composizione, si ripropone di dare maggiore ascolto ai problemi sociali oggi presenti: le famiglie che non arrivano a fine mese, il precariato giovanile... «È necessario cambiare completamente punto di vista; chi si pone al servizio della città, chi si pone al servizio della politica, si pone per poter dare qualcosa non per prendere. Questo significa andare incontro a chi non ce la fa: il povero. Latina oggi sta scoprendo i poveri, questa popolazione invisibile, che è presente in questa città che a volte sembra un po’ di carta ma che dietro nasconde la vera sofferenza. È necessario dare ascolto a chi è disorientato creare una città dell’accoglienza. Non dobbiamo dimenticare che il nostro comune è nato dall’incontro di culture differenti, quindi non può non porsi in ascolto di chi viene da lontano, dello straniero. Una città in cui diventa soggetto la persona, questo significa fare politica. Non dobbiamo dimenticare che la politica è la più alta forma di carità perché si deve occupare del bene di tutti non solo di quello di qualcuno». Sicuramente questa è una giusta definizione del concetto di politica, ma sappiamo bene che è di difficile applicazione. Il PD sta muovendo ora i primi passi, cosa ci resta da fare? Sperare in un “lieto fine”, del resto si dice che la speranza sia l’ultima a morire.
Natalia Pane
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