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Sezze. L'utilità del "Sogno sociale". Eleonora Planera: «Una tecnica non terapeutica finalizzata alla conoscenza della propria cultura...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Eleonora Planera, coordinatrice del
programma Social Dreaming. Di che si tratta esattamente?
«Questo progetto che vede l'applicazione di questa tecnica non terapeutica
è partito un anno fa, dopo la proposta dell'assessorato ai servizi sociali di Sezze.
L'obiettivo è quello di promuovere il benessere psicofisico dei cittadini,
e in più cerca di raggiungere l'obiettivo dell'integrazione». Questa tecnica
consiste in?
«"Social Dreaming", sogno sociale, è il nome dato negli anni '80 da Gordon Lawrence
a un metodo di lavorare con i sogni nel contesto di un raggruppamento di persone che
si incontrano per condividerli e per associare liberamente ad essi. Si parte
da un sogno e da lì parte una catena associativa. L'attenzione è focalizzata non sul sognatore
ma sul sogno, anzi sulla catena associativa, che prende il nome di matrice.
Questa catena noi crediamo che non parli dei partecipanti, ma della realtà sociale
in cui vivono. I partecipanti ricevono un vantaggio nel momento in cui questa
attività favorisce la produzione di un contesto creativo o dà chiavi interpretative
della realtà». Un metodo ancora agli inizi... «È una tecnica giovane, che ora sta sperimentando
nuovi sentieri, come quello dell'intersoggettività e dell'incontro tra culture, a cui è dedicato
l'ultimo libro di Gordon Lawrence, uscito a giugno». A Latina... «C'è questo progetto
a Sezze e c'è l'applicazione all'interno del corso di formazione per mediatori culturali
promosso dalla Asl di Latina che sta portando risultati molto interessanti». Come
vi si può trovare? «C'è oggi un incontro alle 18.30 presso la sede di Legambiente in via
Umberto, a Sezze. La partecipazione è gratuita».
Diana A. Harja
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