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Latina. Aeroporto, poca convinzione dalle istituzioni. Pasquale Verrengia (Cisl): «Gli altri territori si sbracciano, i nostri politici tacciono»

Aeroporto sì, aeroporto no. Oggi le chance che ha questo territorio di attrarre a sé il terzo scalo aeroportuale commerciale del Lazio sono ridotte ai minimi termini. Scrive Pasquale Verrengia, segretario generale della Cisl: «Credevamo che l’asse sinergico stipulato tra Latina e Frosinone (prima ancora che ci pensassero le amministrazioni provinciali e comunali, accordi sul come ‘fare sistema’ hanno visto e vedono tuttora impegnate tutte le parti sociali, con le forze sindacali in prima fila) potesse vederci favoriti, contro la ben più debole opzione "Viterbo". Ma così pare che non sia più. Fermo restando che ancora nulla è stato definito da parte del Ministero dei Trasporti, è doveroso rimarcare come il capoluogo della Tuscia, pur non possedendo i requisiti necessari per aspirare alla collocazione del terzo aeroporto del Lazio, continui invece a tenersi a galla con una discreta dose di speranze. Sono valutazioni di carattere squisitamente tecnico che porterebbero l’Enac a privilegiare le piste di Viterbo e Frosinone, ma ciò non toglie che sia sempre Latina l’ubicazione migliore del nuovo scalo aeroportuale, essendo meglio collegata con la Capitale. Infatti non è necessario essere gran ché esperti della materia per capire che la via per raggiungere Roma è più breve dal capoluogo pontino: appena 30-40 minuti di treno (senza dimenticare la Pontina o il futuro Corridoio), mentre è impensabile un discorso del genere per i cugini ciociari e difficile da realizzarsi per quelli viterbesi, collegati alla Capitale con la scomoda Cassia, che ti permette di raggiungere la città eterna dopo oltre un’ora e mezza (immaginate 10mila persone al giorno che scendono allo scalo di Viterbo e poi si immettono per raggiungere altre destinazioni). Tutto logico e scontato, se vogliamo. Ma qui troviamo gli scogli. E gli scogli sono di natura prettamente politica. Altrimenti non si spiegherebbero i silenzi della Regione (vero, caro Governatore Marrazzo?), dopo i rulli di tamburo del ‘Progetto Latina’. Ma a Viterbo risiede il Ministro Fioroni, il quale si tanto adopera per il suo territorio, nonostante il nodo dei collegamenti. A Latina, invece, pur possedendo le infrastrutture necessarie, tutto tace. Già: la nostra classe politica forse ha deciso di anticipare il Natale per fare la parte delle belle statuine sul presepe. Mai una parola, mai una sortita, mai un gesto. Eppure di rappresentanti delle nostre comunità ne abbiamo a bizzeffe, e di vari livelli: deputati regionali, europarlamentari, Senatori, Deputati. Non vi è un’iniziativa pubblica che faccia clamore e che sensibilizzi chi dovrà effettuare questa scelta (se intanto non è stata già definita). Solo silenzio. La storia, purttroppo, è piena d'esempi di popoli i cui destini sono stati decisi alle loro spalle. In Provincia di Latina si segue questa linea. E di certo, come sempre, questa non porterà buone nuove».

Andrea Apruzzese


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