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Latina. Halloween. Sul piatto della critica, anche il lato commerciale della festa più amata dai bambini. Come se a Natale non accadesse

Zucche vuote trasformate in teschi illuminati portati in giro da diavoli, streghe, hobbit, vampiri e chi ne ha più ne metta. È questa la festa di Halloween. Quella del dolcetto o scherzetto che in molti vorrebbero sopprimere gridando alo scandalo della festa pagana. Stiamo tornando a colpi di falsa morale e di moralismi da sotto scala al proibizionismo. Era accaduto solo qualche anno fa con la saga di Harry Potter. Il maghetto più famoso del mondo è diventato l’eroe romantico del terzo millennio. Tanto successo non poteva passare insosservato a chi forse nelle critiche e in questi tentativi di riportare in auge la caccia alle streghe ripiega solo le proprie insoddisfazioni. Halloween, da "Allhallows" che nell’idioma insulare dei sassoni significa "Ognissanti", è una tradizione americana ereditata dall’Inghilterra attraverso un complesso percorso oltre che geografico anche religioso e culturale. Spesso a generare paura e fraintendimenti è solo l’ignoranza, il soffermarsi sul’aspetto esteriore delle cose. I primi giorni di novembre coincidono nel calendario celtico con il momento in cui celebrare gli antenati e la terra che si addormenta nella stagione fredda per riprendere vigore in primavera. Per questo, la festa aveva un carattere funebre caratteristico dei riti propiziatori per gli spiriti degli antenati che tornavano a vagare sulla terra. Il Cristianesimo non riuscì mai ad eliminare alcune tradizioni. Quindi la strategia scelta dalla chiesa fu quella di far coincidere le ricorrenze dei santi e dei morti da onorare all’inizio di novembre, in modo da consentire ai fedeli di mantenere antiche usanze conferendo loro un significato specifico nella nuova religione. Oggi si mette in primo piano sul piatto della critica la commercializzazione dell’evento. Il fatto che i negozi si riempino di gadgets e di vestiti da streghe ed elfi è considerata un’aberrazione. Eppure non mi sembra che durante il Natale i negozi facciano cose diverse, ma nessuno li attacca. Forse è bene fermarsi prima di lanciare la prima pietra verso una festa che non vuole essere altro che un momento in più per stare insieme. Non carichiamo di significati eccessivi un abito e una bacchetta magica. Le vere streghe, i cattivi stregoni sono ovunque e purtroppo non sono così riconoscibili. Combattiamo battaglie per eliminare i mostri che si nascondono dietro abiti di perfetta sartoria, dietro muri di parole ben spese, e non i bambini che hanno voglia di travestirsi senza cercare significati reconditi in una zucca illuminata da una candela. Vale la stessa cosa per gli adulti che non hanno dimenticato la parte più speciale di loro, la capacità di sognare e di credere che sia sufficiente una bacchetta magica per cambiare l’ordine delle cose. Non mettiamo in catene anche la fantasia. Chi vuole rendere omaggio ai propri cari scomparsi lo fa ogni giorno e non viene meno all’amore, alla considerazione nè tanto meno alla memoria se il 31 ottobre indosserà un abito nero e un naso finto. Non insulterà il proprio credo se uscirà con gli amici o vestirà il proprio figlio. Combattiamo sempre, ogni giorno, anche vestiti da dracula e da streghe perchè le cose cambino senza perdere tempo in tanto facili quanto sterili attacchi ad un mondo parallelo in cui è bello credere ed immesimarsi almeno una volta l’anno, con consapevolezza.

Alessia Tomasini


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