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Latina. In farmacia solo i farmaci graditi a Ratzinger. Il papa torna a ribadire la superiorità dei suoi dettami alle leggi dello Stato

Il papa torna alla carica per affermare la superiorità dei suoi dettami rispetto a quelli della legislazione statale. E questa volta lo fa ricorrendo alla separazione tra cittadino e credente. Con precisione tra il cittadino-farmacista e il credente-farmacista. Quest’ultimo, infatti, secondo papa Ratzinger, invece di preoccuparsi della vendita dei farmaci previsti dalle Leggi dello Stato come il suo ruolo professionale richiede, dovrebbe selezionarli rispetto all’indice delle proibizioni vaticane. Così solo le medicine, diciamo “bullate”, ovvero con tanto di imprimatur papalino potranno essere vendute. Il papa affida anche ai cattolici–farmacisti, che definisce "intermediari tra i medici e i pazienti" il compito di far "conoscere le implicazioni etiche dell'uso di alcuni farmaci. "In questo campo – ha detto il Papa infatti al Congresso Internazionale dei Farmacisti cattolici - "Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità perché la vita umana sia difesa dal concepimento alla morte naturale”. Insomma in nome di un’unica Chiesa, che detta un’unica morale, in nome di un unico modello di umanità: apostolica cattolica romana, a breve i cattolici-farmacisti potrebbero richiederci anche questionari attitudinali per verificare se le nostre menti sono di tendenze libertarie. E quindi preferiscono scegliere da sole e responsabilmente senza bisogno di tutori dell’anima. Un bel sussulto di umanità! Non c’è che dire

Maria Mantello


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