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Latina. Il Faust dopo le polemiche. Glauco Mauri apre la Stagione di Prosa. «Quello di Goethe è un messaggio che trovo attualissimo...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Glauco Mauri, protagonista, suo malgrado, dell'era post
Barbareschi. È infatti il suo "Faust" ad aprire la stagione di prosa dopo la stagione dei veleni.
Un'opera attuale... «È attuale perché questa è la seconda. Del Faust si conosce solo la storia
di Faust e Margherita. Mentre il Faust Goethe lo riprese a 76 anni per concluderlo e la
seconda parte racconta questo: Faust vuole porre un fine alla sua vita e pronuncia
la fatidica frase, "attimo fermati, tu che sei così bello", frase che lo condanna a cedere
la sua anima a Mefisto; è in questo momento che capisce che l'uomo può essere di utilità
all'uomo, lui che chiamava servo chi lavorava per lui, adesso ha un potere sconfinato
e capisce il valore dell'intersoggettività e sogna terre in cui si possa vivere nella
libertà e nel lavoro. E questo secondo me è di un'attualità sconcertante».
Degli undicimila versi e passa che tagli ha fatto? «Davvero molti, come ogni interprete
devo avere questa responsabilità, spero intelligente e sensibile e non dissacrante,
di cogliere e isolare dal testo i brani più utili alla sua interpretazione».
Che scenografie avremo? «Colori molto strani, variegati. Abbiamo voluto differenziare
le due parti del Faust. Lo stesso Goethe diceva che la prima parte era relativa al microcosmo,
al piccolo, al quotidiano, oserei dire che è un esempio di teatro borghese, la seconda
attiene invece al macrocosmo. Un viaggio nella fantasia, e questo c'è anche nella scenografia».
Claudio Ruggiero
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