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Latina. La rivoluzione liberale. Giovanni Monterubbiano: «Una nuova visione è possibile, contro il taglieggiamento delle occasioni»
«Il mio attuale incarico nazionale intrapreso a livello partitico dovrebbe essere un motivo di vanto e crescita d’immagine per tutto il territorio provinciale pontino a partire dalla amata città di Latina in cui risiedo dalla nascita. Ebbene, nella pausa del tour elettorale “I percorsi per la Libertà” a ritorno dal Centro-Nord, non posso esimermi dall’osservare come mi siano stati portati all’attenzione pubblica in contesti non locali, notizie di un preoccupante fenomeno di criminalità divenuto parte organica del costume provinciale, a partire dal capoluogo». Parla Giovanni Monterubbiano, attuale coordinatore nazionale della Gioventù liberale del PLI.
«Occorre arrestare quello che sottolineo essere indecente sottovalutazione dei rapporti sulle infiltrazioni economiche della camorra, su cui parti importanti dell’imprenditoria non locale si interroga decidendo poi di dirottare altrove possibili investimenti di attività economiche.
Si chiede quindi al Sindaco Vincenzo Zaccheo, la circostanziata convocazione di uno staff che sappia dettare nel concreto rigide regole nel campo degli appalti a venire e una moratoria su quelli esistenti, anche e soprattutto nel settore dei Servizi per scavalcare di fatto quella parte di istituzioni nazionali che dorme o fa finta di dormire sui problemi…
Altresì convinto che non sia più il caso di tollerare micro-bande criminali di nazionalità estera che da anni taglieggiano settori importanti dell’economia locale e occupano parti importanti della città a partire dalla marina luogo di attività indecenti, si chiede la formalizzazione di un piano di studio che sappia in breve tempo contestualizzare, sulla base di ingiustificate entrate economiche, la richiesta di espulsione immediata degli stessi.
Solo così, anche coloro che come il sottoscritto intendono professionalmente ancora operare lungo il territorio Italiano per la qualificazione della nostra terra, sapranno amare la stessa e non vergognarsi di un ritorno alla propria città dalle accresciute paludi, nell’insicurezza dei destini delle cittadine e dei cittadini che ivi risiedono e che a viva voce hanno chiesto una mia pubblica uscita…
Sono certo infine che proprio Vincenzo Zaccheo comprenda che essere Sindaco di un capoluogo chieda massima capacità di misurarsi con la realtà anche nei sacrifici personali, al fine di spingere l’intera Provincia ad una maggiore serietà nell’applicazione dei principi liberali.
Latina, la sua Provincia esige dalla classe politica una visione amministrativa liberale delle risorse umane e naturali e non l’ offuscamento o peggio la delinquenziale dittatura e taglieggiamento delle occasioni».
Elisabetta Rizzo
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