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Sezze. Il paese dove è più numerosa la comunità rumena. Roberto Reginaldi (Forza Italia): «Attenzione alle generalizzazioni pericolose»

«Cresce la tensione su quanto accaduto a Roma, un’altra vittima della violenza, ancora una volta uno straniero che commette un’orribile crimine, nonostante i quotidiani tutti i giorni riempiono le pagine di storie simili, ancora non ci abituiamo». Scrive Roberto Reginaldi, capogruppo di Forza Italia a Sezze: «Nel frattempo, dopo il raid di rappresaglia accaduto nella capitale a danno di alcuni stranieri, i Rom fuggono da Roma e si riversano nella provincia di Latina o in altre, comunque lontano da Roma. La rabbia è tanta che, mescolata alla paura, può fare cattivi scherzi, ora si esce guardandoci le spalle, ai figli gli si da un orario di rientro ancor più ristretto, blindiamo sempre di più le case per paura di non fare la stessa fine dei due coniugi anziani dell’alt’Italia. Ma è sufficiente tutto ciò? Inoltre si può giustificare il raid dell’altra sera? Assolutamente no, in un paese civile non deve trovare spazio la giustizia sommaria, il fai da te. Come possiamo dimostrare tanta indignazione alla violenza, se poi si commettono raid di rappresaglia? Chi non tollera la violenza non la interpreta, ne attivamente ne incoraggiandola. Sulle testate giornalistiche nazionali, si leggevano dichiarazioni di cittadini Romeni che hanno paura, e stanno valutando la possibilità di andare via dall’Italia, tornare nel loro paese. Ma chi sono questi? stranieri indubbiamente, ma sono i stranieri buoni, quelli che sono venuti solo per lavorare, che rifiutano la violenza e appunto ne hanno paura. Perché lo straniero cattivo, quello capace di commettere atrocità del genere, non ha paura e resta. Ecco perché noi cittadini d’Italia, che gridiamo di volere più sicurezza e legalità, dobbiamo indignarci innanzi alla violenza commessa a scopo di rapina, furto, scippo ecc.. ma dobbiamo indignarci ancor di più davanti a casi di giustizia sommaria, perché i colpiti sono solo colpevoli di essere stranieri, ciò è grave. Sezze è il paese con una concentrazione altissima di stranieri di cui la maggioranza Romeni, sono famiglie intere che fuggite da uno stato di povertà sono in cerca di pace e tranquillità. Domenica 11 novembre a Sezze ci sarà una funzione religiosa Ortodossa di grande importanza, dove parteciperanno molti cittadini Romeni, e io non ho problemi a dire che sto dando una grande mano a Padre Lucian Diacunu in quanto voglio distinguere i buoni da quelli cattivi. Resto convinto che, chi commette atti gravi di violenza, deve essere arrestato e punito severamente, i nulla facenti rispediti al loro paese. Ma i buoni, i lavoratori non devono pagare per chi ha commesso gravi atti criminali, perché anche noi Italiani siamo stati un popolo di immigratori. Giustizia si, pugno di ferro anche, ma non rischiamo di fare dell’erba tutto un fascio. Il Governo si deve assumere le sue responsabilità, deve attuare controlli più ferrei, favorire l’ingresso alle persone che offrono garanzie di poter lavorare nel nostro paese rispettando le nostre regole e leggi e soprattutto pagare le tasse. Perché anche questo è un problema, molte famiglie straniere, che denunciano un reddito basso, usufruiscono di denaro della Regione quale rimborso degli affitti, soldi di noi contribuenti. I stranieri devono essere considerati risorse per l’economia nazionale, e non un altro fardello per l’Italia, se non riescono a mantenersi, non è giusto che lo faccia il Popolo Italiano».

Diana A. Harja


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