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Latina. La sofferta ricerca del senso delle cose. "Inquietudini e meditazioni" di Miguel de Unamuno recensito sull'Indipendente...
Ancora grande interesse della stampa nazionale su "Inquietudini e meditazioni", di Miguel
Unamuno, il titolo che ha aperto la collana di filosofia della religione diretta da Mauro
Cascio con Massimo Iiritano. Dopo Roberto Gervaso su Il Messaggero
("Un libro splendido. Un potente intellettuale, lucido e spietato"), ne scrive
anche Fabrizio Chiappetti su L'Indipendente. «Con l'autore del quel capolavoro della
letteratura di tutti i tempi che è il Don Chisciotte, Miguel de Unamuno
(1864-1936) non condivide solamente il nome di battesimo e la lingua:
dentro l'anima di questi due grandi scrittori palpita infatti una comune tensione morale e
religiosa alquanto lontana dalle certezze della fede, esibite in tempi diversi nella
cattolicissima Spagna. Come Cervantes, al quale dedica il celebre Commento alla vita di Don Chisciotte
(1905), Unamuno concepisce la vita umana come un "agonismo", una lotta per il senso
destinata ad un esito tragico, al quale non si sottrae neanche la religione. Questa e altre
riflessioni si intrecciano nelle pagine di Inquietudini e meditazioni, un agile volume che
raccoglie una serie di articoli pubblicati da Unamuno su quotidiani e riviste nel periodo
che va dal 1912 al 1936, anno della sua morte. Sono tutti testi mai pubblicati in Italia, e tanto
meno mai raccolti in un'unica antologia che, tra le altre cose, permette di cogliere
l'evoluzione del pensiero dell'autore verso la concezione agonica del rapporto tra fede e
ragione. E tuttavia, più che la mancanza di senso, è la superficialità del vivere comune ad
attirare le critiche più aspre. Nonostante tutto Unamuno ritiene che sia ancora possibile un
eroismo della volontà, che quotidianamente non si rassegna alle tiepide certezze propinate
dal buon senso».
Elisabetta Rizzo
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