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Viaggio nei Musei. Comincia oggi una serie di servizi sulle realtà museali più importanti del nostro territorio. Oggi il Museo della Terra Pontina
Il Museo della Terra Pontina è allestito nello storico palazzo dell'Opera Nazionale
Combattenti,
edificio costruito per volere di Valentino Orsolini Cencelli, Gran Commissario dell'Ente e principale
artefice della fondazione di Littoria. Il palazzo è ubicato in Piazza Quadrato,
la più antica dopo Piazza del Popolo e sopratutto una delle poche che non è stata
oggetto di interventi che ne avrebbero potuto compromettere l'architettura originale
razionalistica e futuristica.
La responsabile ed allestitrice del Museo, Manuela Francesconi Arrivabeni,
ha valorizzato l'edificio storico, disponendo in sette sale più di un migliaio di reperti
che raccontano una storia di uomini coraggiosi, poveri umili, che con una volontà
indescrivibile hanno reso possibile un'impresa incredibile, ovvero la bonifica della
palude pontina realizzata sotto il regime fascista negli anni trenta.
Il nostro territorio infatti nel corso dei secoli era caratterizzato da un'estesa foresta
immersa nell'acqua con punti più alti dette lestre dove gli abitanti dei paesi collinari vi
impiantavano piccoli villaggi con capanne per produrre carbone e far transumare le greggi.
Nell'antichità numerosi sono stati i progetti di bonifica, dagli antichi romani a Leonardo da
Vinci, ma solo negli anni trenta con il sostegno economico e tecnico del governo retto da Benito
Mussolini e per la forte volontà dei coloni e dei pioneri, sotto la guida di Orsolino Cencelli,
la bonifica divenne realtà con la fondazione di città nuove tra cui Littoria.
Il Museo, attraverso lo sviluppo di quattro sezioni: pre bonifica, bonifica idraulica,
appoderamento e trasformazione agraria, documenta la vita nel periodo in cui si svolse l'impresa. L'esposizione è semplice, le barriere tra oggetto e visitatore sono minime, l'osservazione e la contemplazione dell'oggetto risultano agevoli, i cartelli ed i pannelli esplicativi sono minimi sopratutto perchè è prevista una visita guidata con vista e spiegazione degli edifici architettonici presenti sulla piazza.I reperti sono costituiti da rappresentazioni iconografiche (quadri di pittori che rappresentarono la palude con i bufali, i pionieri, scene di vita), da fotografie d'epoca, da utensili originali prodotti e usati dagli uomini, da mezzi meccanici dai più semplici come i ferri da stiro e le macchine per cucire ai più complessi utilizzati per compiere la bonifica), inoltre da libri d'epoca.
La vita sociale, familiare artigianale, con particolare attenzione al "quotidiano"
del pioniere, è rivissuto attraverso la ricostruzione degli ambienti utilizzando reperti
originali. Le curiosità nel museo sono molte, due in particolare è doveroso segnalare cioè la
targa dove è stampata la sigla dell'O.N.C. e il ditale del mietitore, piccoli oggetti
ma pieni di storia e di significato culturale. Un museo visitato da scuole, ma soprattutto da
anziani nostalgici ben contenti di rivivere l'epoca che ha permesso di bonificare il territorio
e renderlo abitabile, orgogliosi di aver compiuto l'impresa al di là di ogni retorica culturale
e politica, un museo con tanti spunti riflessivi e di ammirazione.
Vittorio Bertolaccini
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