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Latina. La Massoneria Italiana torna a parlare inglese. Ripresi i rapporti con la Gran Loggia inglese dopo quasi 15 anni di gelo...
È disgelo tra il Grande Oriente d'Italia,
la Massoneria del Paese, e la Gran Loggia
d'Inghilterra. Dopo 14 anni il Goi è infatti tornato a Londra per
partecipare alla conferenza delle Gran Logge d'Europa. A invitare il Gran
Maestro Gustavo Raffi alla convention, per tenere un discorso dinanzi ai
tantissimi fratelli d'Europa, onore questo concesso nella due-giorni
britannica che si è appena conclusa, a soli sei speaker di alto rango, è
stato il suo omologo britannico Spencer Douglas David Compton, VII
marchese di Northampton.
Una svolta storica che segna l'avvio di un processo per ristabilire, dopo
14 anni di interruzione, le relazioni tra le due storiche obbedienze.
Soddisfatto Raffi, che all'Adnkronos ha riferito: "Nel mio intervento ho
ricordato il ruolo storico che il Goi svolge da 200 anni e sottolineato
come il Grande Oriente, che in questo momento è in piena fase di
espansione, abbia riconquistato a pieno il suo prestigio, rivolgendosi
soprattutto ai giovani e facendo leva sui valori della tradizione".
"E per quanto riguarda, poi, la questione dei riconoscimenti
internazionali, tengo a dire -ha sottolineato il Gran Maestro del Goi- che
a Londra non sono andato a svolgere una difesa. Nel mio intervento ho
ribadito che noi ci opponiamo ad ogni operazione che voglia violare il
principio dell'unicità delle Gran Logge sul suolo nazionale
(Giurisdizione esclusiva). Una tale modificazione aprirebbe uno scenario
di anarchia imprevedibile, le cui conseguenze sarebbero esiziali. Se
alcuni paesi hanno dei problemi, bisogna trovare le soluzioni di
mediazione e di discussione caso per caso, ma non è possibile stravolgere
la tradizione ed i principi della regolarità massonica. Il Grande Oriente
d'Italia si è già da tempo adoperato e con successo -ha aggiunto Raffi-
in un processo di normalizzazione della situazione, riaccogliendo molti
fratelli che si erano perduti in una diaspora apertasi alcuni anni or
sono, mediante processi di regolarizzazione di singoli e con essi di
intere logge, purché regolari".
I rapporti tra il Goi, la cui storia è strettamente intrecciata con il
Risorgimento italiano, e la Gran Loggia d'Inghilterra, considerata la
Loggia Madre della Massoneria, sono stati spesso tormentati. Questione di
primato. Ma anche di spostamento di alleanze. L'ultima frattura risale
alla primavera del 1993, quando da una costola del Goi nacque la Gran
Loggia Regolare Italia. A crearla l'allora stesso Gran Maestro del Grande
Oriente d'Italia Giuliano di Bernardo. Un duro colpo per la più
prestigiosa obbedienza italiana, che si era appena risollevata dallo
scandalo della P2. Un duro colpo del quale oggi non c'è piu' quasi
memoria.
Prova ne è il prestigio e l'appeal di cui gode il Grande Oriente.
È in aumento infatti il numero degli iscritti, che hanno superato il
tetto dei 19 mila in tutt'Italia, e di quanti, per dirla in gergo, bussano
alle porte del tempio. Con l'età media degli iscritti che è in continua
discesa. "Indice -tiene a dire Raffi- di una palese sintonia con le nuove
generazioni, che ritrovano nelle logge un ambiente di armonia e di
crescita spirituale".
Un vero e proprio esercito che comincia a fare invidia alle altre
obbedienze europee. Di qui il ramoscello d'ulivo teso da Londra?
"Oggi noi ci siamo guadagnati stima e rispetto - ha spiegato il Gran
Maestro- e gli attacchi gratuiti, peraltro inevitabili, sono sempre meno
efficaci, poiché trovano ampie e circostanziate risposte, non solo da
parte nostra ma dalle stesse istituzioni dello Stato. Non si dimentichi,
inoltre, il ruolo che noi abbiamo avuto presso la Corte di Strasburgo nel
far sanzionare, con sentenze, leggi illiberali che miravano a perseguitare
gli appartenenti alle istituzioni libero-muratorie del nostro Paese. Si
rammenti- ha concluso Raffi- che se noi avessimo perso queste cause, le
conseguenze di tale rovescio si sarebbero sentite anche presso altre
Obbedienze, visto che di tanto in tanto altre nazioni sono a loro volta
attraversate da sentimenti ostili alla Libera Muratoria".
Mauro Cascio
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