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Latina. Marrazzo ripiega sul parolaio. Fabrizio Cirilli: «Dopo la prima fregatura, conta di darcene un'altra. Che si chiamerà Frosinone»

«È evidente come la scelta di Viterbo come terzo scalo sia una forzatura di tipo politico al di là delle tante e copiose relazioni tecniche poste a supporto della scelta». Sono parole di Fabrizio Cirilli, consigliere regionale del Gruppo Misto. «È una scelta, quella di Viterbo, che per la maggior parte delle persone potremmo dire “uscite dal cilindro” e che, forse, anche lo stesso Presidente Marrazzo oggi si trova a dover giustificare a tutti i costi proprio perché decisa “a livello nazionale”. È altrettanto evidente che questa questione sta mettendo alla luce l’incapacità dei partiti a ragionare su di un piano vero di sviluppo regionale che dovrebbe invece avvenire alla luce del sole ed esponendo da parte degli stessi posizioni chiare e non diverse da provincia a provincia. Quanto accaduto su Viterbo però crea al Presidente Marrazzo la necessità di risolvere ora un problema politico, interno alla sua maggioranza, di dover dare cioè un’adeguata soddisfazione alla provincia di centro sinistra di Frosinone. Per questo ora cerca di convincere sulla necessità di un “sistema regionale” che sappia dare risposte ai flussi di viaggiatori nei prossimi decenni attraverso la realizzazione di un quarto scalo localizzato nel sud della regione con valenza regionale e quindi tutto nella disponibilità decisionale della Regione Lazio stessa. Per risolvere il problema politico il Presidente Marrazzo mette quindi in campo un meccanismo di coalizione / competizione dei territori del sud della Regione (Latina e Frosinone) dove il rischio del territorio di Latina sarà quello di essere solo strumento per giustificare localizzazioni su Frosinone non potendo alla fine nemmeno poter dire nulla avendone accettato il metodo. Proprio perché tutto quanto accaduto sino ad ora non risponde ad un criterio di trasparenza e proprio perchè i giochetti della politica come al solito hanno visto passare sopra la testa degli amministratori e dei rappresentanti politici pontini - più portati a trattare che a far valere il proprio ruolo politico - opportunità di sviluppo, penso sia necessario pretendere ora un cambiamento di metodo. Questo significa pretendere una commissione tecnica che approfondisca e segua il processo di implementazione del piano regionale e che sia garanzia di massima trasparenza attraverso il suo costante collegamento con il Consiglio Regionale, le Province interessate, i Comuni e tutte le forze sociali. Questo per restituire rispetto agli abitanti della provincia di Latina che hanno il diritto di capire chi dice e che cosa. Tutto ciò sino ad ora non è avvenuto e tutto ciò dovrà essere strumento di garanzia affinchè si evitino eventuali “strane trattative di compensazione” che, dal tono degli interventi in aula e dall’atteggiamento di alcuni membri delle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, ritengo si stia mettendo in atto. Sia ben chiaro che per quanto ci riguarda saremo vigili e denunceremo ogni tentativo di questo genere così come abbiamo già fatto rilevare in sede di consiglio comunale e provinciale congiunto del 3 dicembre».

Elisabetta Rizzo


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