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Viaggio nei Musei. Settima puntata. Il Consorzio di Bonifica, due piani di storia e esposizioni fotografiche

Il Consorzio di Bonifica di Latina è situato in Corso Matteotti, l'edificio risale all'epoca di fondazione, presenta i tratti caratteristici dell'epoca ed è situato all'interno della circonvallazione, lungo una delle principali vie che conducono in Piazza del Popolo, si collega architettonicamente a questi per una continuità planimetrica. L'edificio è aperto al pubblico, nei due piani oltre agli uffici vi è un'esposizione fotografica ricavata sviluppando i negativi originali d'epoca su lastre di vetro (in archivio ve ne sono circa 2500) e 1000 fotografie d'epoca, cartine geografiche e disegni sulla situazione del territorio e progetti di interventi, ricostruzioni e cimeli del periodo della bonifica. Il motivo del suo inserimento nella serie di ParvapoliS dedicata ai musei, pur non essendo un museo, si giustifica osservando di persona questi documenti attinenti alla storia dell'edificio e alla sua funzione, cioè sede del Consorzio di Bonifica, e risulta evidente a tutti che essi valorizzano l'edificio storico. Un tentativo sicuramente da apprezzare e sostenere, un motivo culturale per recarsi in questi uffici, un intrattenimento per il pubblico mentre aspetta il proprio turno. Le foto pur essendo sviluppate da lastre originali documentano le tappe fondamentali dell'opera di bonifica ritraendo i principali protagonisti. Le suggestive foto sviluppano il tema naturalistico della palude, foresta folta e immersa nell'acqua, e rendono omaggio anche agli animali che furono i dominatori incontrastati prima e dopo la bonifica. I butteri li utilizzavano per pulire i canali di bonifica, infatti introdotti numerosi nei canali con gli zoccoli riuscivano a raschiare i fondali, eliminando le erbacce che rallentavano ed impedivano il corso regolare dell'acqua verso il mare. Le foto testimoniano anche gli edifici costruiti e le opere idrauliche temporanee realizzate durante il periodo di fondazione. Alcune demolite subito ad operazioni concluse, come la torretta deposito d'acqua realizzata a Piazza Quadrata per facilitare le operazioni di fondazione e sventrata a lavori conclusi. Questa foto dimostra proprio l'importanza della fotografia sia essa originale o riprodotta, dato che documenta visivamente un'opera ingenieristica. Ricostruire un'opera e immaginarla avendo a disposizione descrizioni è un metodoo soggettivo che inevitabilmente può dar luogo a interpretazioni personali, mentre una foto originale o fotocopiata è chiaramente un documento oggettivo. Una ricostruzione di pipistrellaia ricorda che il vero nemico della bonifica era la zanzara anofele portatrice della malaria, numerosi furono i tentativi per debellarla, si tentò anche il metodo ecologico, infatti i pipistrelli come è noto si cibano di zanzare. La palude non è il loro ambiente naturale per la mancanza di antri oscuri, si costruirono perciò le pipistrellaie e si dislocarono nei poderi, di giorno gli animali dormivano all'interno, di notte agivano, si rivelò un metodo vincente, numerosi pipistrelli colonizzarono queste dimore di legno. Gli altri metodi erano costituiti da lancia-insetticidi e da un farmaco all'epoca prodigioso cioè il chinino. La bacheca dei cimeli conserva l'atto di costituzione del consorzio voluto emesso dal Papa Pio IX il 31 Marzo 1862 denominato "Consorzio Idraulico della Bonificazione Pontina", documenti lavorativi dei dipendenti, atti amministrativi e fossili recuperati nei canali, molluschi di epoca quaternaria e resti di ossa di animali preistorici, qualche selce, boccettine di inchiostro e timbri. Le carte geografiche esposte invece sono di diversi periodi pre durante e post bonifica, si nota l'evoluzione della rappresentazione cartografica che con il passare degli anni diventa sempre più realistica. È interessante soffermarsi sull' indicazioni delle località geografiche nei periodi storici e considerare i cambiamenti della toponomastica, nomi di borghi, località, canali e strade. Una fontana in ferro provvista di rubinetto a pressione indica il dominio raggiunto dall'uomo sull'acqua e come non dovesse essere sperperata in quanto preziosa.Un mattone originale testimonia dal timbro presente che l'edificio fu costruito nel periodo di fondazione della città, oggi Latina all'epoca Littoria. Nei corridoi di un edificio storico adibito ad uffici per ricevere il pubblico, si possono quindi esporre documenti originali o riprodotti per fare comunque storia, certo non è un museo, ma una realtà si, è doveroso informare i cittadini di Latina poi chiunque soggettivamente puo' esprimere le proprie opinioni, ma la storia di una "città nuova" attraverso l'esposizione di documenti non si deve fare per forza in una sede museale, è più decoroso utilizzare edifici storici valorizzandoli.

Vittorio Bertolaccini

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