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San Felice. Dopo il naufragio della sua legislatura, Giuseppe Schiboni: «Felice di tornare a fare solo il medico». Senza rabbia né rimpianti

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Schiboni. Schiboni, fino a qualche ora fa primo cittadino di San Felice Circeo, è sereno: il fatto che non sia più sindaco gli consente di dedicare più tempo ai suoi pazienti - mai, comunque, trascurati- e di intrattenere relazioni sociali con la gente che ama tanto. È disponibile e cordiale; non c'è rabbia né risentimento nelle sue parole, nonostante lo scioglimento anticipato del consiglio comunale del suo paese. Questi i fatti, che hanno colto tutti di sorpresa, primo fra tutti, il diretto interessato: prima dell'ultima seduta del consiglio comunale, in cui si sarebbe dovuto dibattere, tra l'altro, un tema di particolare rilievo, quale l'apertura prossima di una piscina coperta a Borgo Montenero, 9 consiglieri su 17 si sono dimessi a causa di insanabili dissidi tra maggioranza e opposizione. Il quorum funzionale, necessario all'esistenza stessa dell'organo consiliare, cessava di esistere; Giuseppe Schiboni non ha potuto che accettare, di buon grado, la situazione, cercando, anzi, di coglierne i lati che per lui e la sua professione potevano essere positivi: il maggior tempo a disposizione per fare il medico delle USL di San Felice. Non c'è spazio per le polemiche e le recriminazioni: guarda avanti con entusiasmo, continuando a vivere la politica soltanto da consigliere provinciale di maggioranza.

Marianna Parlapiano