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Schiacciati dalla Grande Distribuzione. La protesta della Confesercenti
Latina ormai non ha più capienza in fatto di strutture commerciali legate alla grande distribuzione. Una sorta di Far west evidenziato da un lungo grido di allarme lanciato dalle associazioni di categoria dei commercianti almeno 5 anni fa, quando ci si rese conto che la musica iniziava a cambiare.
Ed è cambiata a tal punto che Confcommercio e Confesercenti sono tornate sul piede di guerra per mostrare gli effetti di un'invasione incontrollata della grande distribuzione a Latina.
Di fatto, ricorda Francesco Miscioscia, presidente comunale della Confesercenti di Latina, ci troviamo difronte ad una situazione fuori controllo, con un eccesso di offerta che ha catapultato Latina ad avere uno dei più alti indici europei rispetto alla superficie
occupata dai centri commerciali e affini.
Una situazione a dir poco preoccupante che non
potrà che ripercuotersi negativamente sugli
equilibri complessivi del commercio cittadino già,
peraltro, in uno stato critico. E che le cose
non vadano in una direzione di equilibrio lo
dimostra le opere prossine venture, anzi in
alcuni casi già esistenti, che si intendono
realizzare a Latina. Appunto nuovi centri
commerciali o qualcosa che vi assomigli.
Peccato che la stessa velocità di realizzazione
non la si veda per opere a capitale pubblici
che avrebbero dovuto dare un impulso economico
nuovo alla città. In ogni caso Confesercenti e
Confcommercio non tralasciano nulla per ciò che
riguarda questa neoondata di offerta commerciale
incontrollata. Si inizia con le sette sale
cinematografiche in Viale Nervi, proprio tra
Latina-Fiori e il Palazzo di Vetro.
Sì certo, sale cinematografiche e quant'altro, ma non è affatto esclusa qualche variante in corso d'opera, come si dice, orientata proprio all'apertura di nuovi negozi.
Poi sono arrivati i francesi di Intermarchè, grande catena della distribuzione che aprirà a giorni un nuovo supermercato.
Ci sono poi le nuove volumetrie per la realizzazione di un secondo piano sull'attuale centro commerciale Agora.
Una lista che potrebbe allungarsi ancora. Tutta questa offerta per cosa, si chiede Miscioscia, quando si constata da tempo che nei già presenti centri commerciali vi è una contrazione tangibile dei flussi della clientela. Un fatto che non potrà che avere ripercussioni
pessime sui livelli occupazionali. Ma quel che più preoccupa la Confesercenti è la complessiva qualità
amministrativa di questo importante comparto da
parte della compagine guidata dal sindaco Finestra.
In particolare, ricorda ancora la Confesercenti,
risulta inaccettabile che una città di circa 120 mila abitanti
sia rimasta per più di un anno senza l'assessore
al commercio, carica ricoperta in sostituzione
dallo stesso Finestra. Questo è certamente un
punto essenziale che fa il paio con una assenza
di programmazione del settore in
così rapida evoluzione e che proprio alla luce
di questo doveva poter svilupparsi secondo regole
chiare. Ma così non è stato.
Biagio Genovesi
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