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Cronache dal Consiglio. Scontro sul Bilancio. Le opposizioni: «Troppa infamia e pochissima lode». Una città che non vuole crescere
Il Bilancio preventivo di ogni amministrazione è il punto di forza dove si scontrano tutti i delicati equilibri tra maggioranza ed opposizione, sul cui accordo si fonda la durata e l'esistenza stessa del Consiglio Comunale. È il tema sul quale, da alcuni giorni a questa parte, si stanno confrontando anche le forze politiche del Comune di Latina: se non si riuscirà ad approvare questo piano economico-finanziario, difficilmente l'organo consiliare potrà continuare a vivere. Il consigliere Antonio Costanzo ha appena approntato una dettagliata relazione sul bilancio di previsione del 2001: dal suo studio, è possibile tracciare con chiarezza il futuro della nostra città. Questo documento contiene un'esplicazione minuziosa di tutte le voci che compongono la finanza pubblica del Comune di Latina; vi sono riportate le entrate, quelle correnti, quelle per partite correnti e le entrate in conto capitale investimenti; i tributi, i contributi e trasferimenti correnti, le entrate extra tributarie, le alienazioni, i trasferimenti di capitale e la riscossione di crediti, i proventi da oneri di urbanizzazione, l'accensione di mutui e prestiti da destinare agli investimenti; vi sono descritte anche le uscite: le spese correnti e le spese in conto capitale. Molto interessante è leggere questi dati, all'apparenza freddi e asettici, per cercare di capire quanto si spende a Latina e dove vadano a finire i soldi dei contribuenti: le biblioteche e i musei costano, alla collettività, circa 82 milioni di lire l'anno; il settore sportivo e ricreativo, inclusi lo stadio comunale e il palazzo dello sport, circa 52 milioni di lire annui; la viabilità, l'illuminazione pubblica e i trasporti pubblici locali gravano sui contribuenti di circa 3 miliardi e 200 milioni l'anno; la gestione del territorio, dell'edilizia pubblica, dei parchi e della tutela dell'ambiente costano circa 8 miliardi e 200 milioni annui; il settore sociale, con l'assistenza e il servizio necroscopico cimiteriale costa circa 544 milioni; per i servizi all'industria si spendono circa 250 milioni l'anno. Nel complesso, l'Amministrazione Comunale di Latina spende ogni anno, per tutto ciò che attiene alla gestione economica-finanziaria, circa 15 miliardi di lire. Se si confrontano i dati riguardanti le uscite con quelli riguardanti le entrate, per esempio quelle tributarie del 2000, pari a circa 75 miliardi di lire, si evince subito che la situazione non è delle migliori. Una nota positiva comunque c'è: il gettito fiscale è diminuito di circa 8 miliardi di lire annui negli ultimi 12 mesi: le entrate, al netto, per l'anno 2001 saranno di circa 302 miliardi di lire, considerando anche i contributi e i trasferimenti correnti, i trasferimenti di capitale e la riscossione dei crediti, nonché l'accensione di prestiti e mutui passivi da destinare agli investimenti: si registra un notevole calo delle entrate nelle casse comunali, di circa 23 miliardi di lire annui. La conseguenza più pesante per la nostra economia è la drastica riduzione degli investimenti effettuati nel Comune, specie nel settore viabilità e gestione del territorio. Questo dato, di per sé preoccupante, deve essere letto in una duplice maniera: se da un lato si prevede di investire molto meno nello sviluppo economico-produttivo, dall'altro è finita l'era delle promesse fatte e mai mantenute, quasi che una sorta "sindrome del pentimento" - così la definisce acutamente Antonio Costanzo - avesse colpito i nostri amministratori. Molto meglio, si denota dalla sua relazione, prevedere di investire 10, e si mantiene poi la promessa, piuttosto che promettere 10 e realizzare 3, così come è avvenuto fino allo scorso anno. Questi dati freddi e sterili devono essere solo uno strumento e una chiave di lettura utile alla nostra classe dirigente per capire cosa c'è che non va, dove si può e si deve spendere, dove, invece, occorre aumentare il gettito fiscale, affinché i soldi del contribuente vengano, davvero, spesi per il contribuente. Questa è la nota dolente di molte amministrazioni, il vero scoglio superato il quale e, vinta ogni divergenza politica, tra maggioranza ed opposizione, si può davvero dire di aver realizzato una corretta e sana gestione della cosa pubblica.
Marianna Parlapiano
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