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Politiche. Ecco come si vota senza avere sorprese

Sono quasi 50 milioni gli italiani aventi diritto a esprimere domenica il loro voto per il rinnovo del Parlamento, oltre che per quello di un certo numero di consigli comunali e provinciali. I seggi, per un totale di 60.277 sezioni, si apriranno alle 6.30 del mattino per chiudersi la sera alle 22. Ed è consigliabile, e di fatto consigliato anche dalla Prefettura di Latina, dal momento che il numero delle sezioni ha subito una drastica riduzione rispetto alle precedenti scadenze elettorali, non aspettare la sera per andare a votare al fine di evitare "ingorghi" ai seggi. Immediatamente dopo la chiusura avrà inizio lo spoglio delle schede, cominciando dal Senato. Le schede, per le politiche, sono tre: due per la Camera e una per il Senato. Delle due per il rinnovo di Montecitorio, una è rosa e l'altra è grigia: la prima serve ad eleggere i 475 deputati dei collegi uninominali, l'altra i 155 della quota proporzionale. La terza scheda, quella per il Senato, è gialla e verrà consegnata soltanto agli elettori che hanno compiuto i 25 anni. Come usare queste schede? Cominciamo dalla prima, quella rosa dell'uninominale alla Camera. Va tracciato un solo segno, o sul nome del candidato oppure sul simbolo (o su uno dei simboli) che compare nella casella del candidato prescelto. È comunque valido il voto espresso con un solo segno all'interno del rettangolo con il nome e i simboli di un candidato. Sulla scheda grigia, quella del proporzionale, si vota tracciando un solo segno sul simbolo della lista prescelta oppure sul nome e cognome del candidato della lista scelta oppure ancora all'interno del rettangolo che contiene simbolo e nome. Passando ora alla scheda gialla, quella per il Senato, si vota tracciando un solo segno sul nome del candidato prescelto o del suo simbolo, o comunque all'interno del rettangolo che li contiene. La scheda per le comunali, infine, è azzurra. Sceglieranno anche il Sindaco Fondi, Formia, Itri, Ponza, Roccasecca dei Volsci, San Felice Circeo, Sperlonga e Terracina.

Mauro Cascio