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Latina. Invalidità civili: è caos. In mille sono stati sospesi senza preavviso. E la metà dei comuni non ha ancora deciso chi deve fare gli accertamenti. Giovanni Valeretto: «Bisogna uscire dall'emergenza»

Secondo i dati raccolti dal Patronato Sias di MCL sono circa mille gli invalidi civili, residenti in provincia di Latina, ai quali è stata sospesa l'erogazione della pensione. Il motivo della sospensione è la scadenza dei termini delle revisioni previste dalla legge. Una iniziativa dell'Inps a cui compete al momento solo la erogazione delle indennità, che prescinde dalle procedure di revisione sanitaria la cui attivazione competeva alla Prefettura ed è al momento senza riferimenti istituzionali. Gli interessati non sono stati neanche avvisati della sospensione. I più si sono recati, come ogni mese, allo sportello postale dove gli è stato comunicato che non c'era alcuna somma per loro. È facile immaginare le proteste, i disagi, le conseguenze e lo stato d'animo dei pensionati e delle tante famiglie interessate. Tra quelli che, costernati, si sono rivolti al Patronato Sias di Mcl c'è anche un cieco, con riduzione totale e permanente della vista. Per tutti è stato presentato ricorso e la richiesta di ripristino dell'erogazione della pensione "fatti salvi gli accertamenti che debbono essere effettuati". Proprio la questione degli accertamenti è al centro del tormentone del passaggio delle deleghe dalla Prefettura al Comune di Latina. Come è noto la legge di riforma prevedeva che fosse la Regione a disporre quale ente locale dovesse realizzare gli accertamenti sul reddito nei confronti di chi, privo di assicurazioni obbligatorie, avanza domanda di pensione di invalidità. La Regione ha deciso di affidare questo compito ai Comuni capoluogo che debbono svolgere accertamenti per tutti i cittadini della provincia. È facile immaginare le difficoltà in cui si trova l'amministrazione comunale del capoluogo, che è già alle prese con problemi e ritardi per l'attuazione di deleghe e competenze amministrative, vecchie e nuove, sempre più complesse. Una preoccupazione condivisa da molti tanto che, finora, solo la metà dei comuni della provincia hanno inviato delega formale al Comune di Latina. Un atto indispensabile per l'avvio delle istruttorie. «Il risultato», commenta Giovanni Valeretto, responsabile del Patronato Sias di Mcl, «è che, nella situazione attuale, per l'erogazione della pensione di invalidità, il cittadino deve aspettare dai due ai tre anni. Questa è la media di attesa in provincia di Latina. Tanto è complessa e lenta l'istruttoria. Anche i tempi di realizzazione delle verifiche periodiche, nei confronti di chi già percepisce la pensione, sono particolarmente lunghi. Ora, figuriamoci cosa accadrà con questo pasticcio della delega al comune capoluogo. La soluzione più logica sarebbe stato conferire il compito all'ente locale sovra territoriale più vicino, cioè la Provincia. Ancora meglio se si facesse come in Lombardia. La competenza è passata all'Inps, che svolge già funzioni analoghe per i trattamenti di invalidità contributiva. Certo l'Inps di Latina non è un modello assoluto di efficienza. Ci sono ritardi e difficoltà organizzative. Ma almeno c'è una organizzazione amministrativa esperta in questo campo, sufficientemente ramificata e collaudata. Quanto tempo, quanti ritardi e danni dovremo mettere in conto prima che si assumano decisioni più logiche su una materia così delicata?».

Mauro Cascio


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