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Latina. G8. Roberto Bernoni (Lav): «I governi del vertice di Genova
perseguono una globalizzazione neoliberista che schiaccia i più deboli»
Nel dibattito locale sul G8 e sulla "globalizzazione" interviene anche Roberto
Bernoni, della Lav di Latina. «La violenza economica che permea i rapporti fra i paesi potenti e gli altri comprende anche
la violazione dei diritti degli animali ed un ulteriore peggioramento del loro status,
intrecciato, anziché
opposto, al peggioramento delle condizioni di vita degli esseri umani. L’ impostazione
neoliberista del mercato globale risponde alla sola logica del profitto e trascura i bisogni
effettivi degli esseri viventi.
Riteniamo i G8, e le multinazionali che ne influenzano la politica, i principali responsabili
di tale situazione; per questo ci opponiamo ai meeting dei G8, proponendo i lineamenti di un'
etica nonviolenta.
Dal punto di vista politico-economico, i governi del G8 perseguono una globalizzazione
neoliberista che mette da parte i diritti dei più deboli, esseri umani e non umani, per
assecondare gli interessi finanziari dei grandi gruppi privati che hanno in mano il mercato
alimentare, chimico e farmaceutico.
Dal punto di vista sociale, quei governi rappresentano la parte del mondo i cui consumi,
alimentari ma non solo, si concentrano pesantemente sullo sfruttamento e sulla morte di
milioni di animali provenienti da tutto il mondo, proponendo un modello sociale fortemente
consumista ed aggressivo verso le forme di vita del pianeta.
L’ intreccio di più elementi, quali l’ abbandono di regole sul lato della produzione e dello
scambio, la corsa a produrre ai minori costi possibili, la spinta ai consumi, l’ induzione
forzata ad esportare per il ripagamento del debito estero, determina una situazione
inquietante di cui elenchiamo alcuni aspetti evidenti.
L' elevato consumo di carne e prodotti animali che da tempo caratterizza le scelte dei
consumatori occidentali si fonda su grandi importazioni di carne e mangimi anche dai paesi
della fame, con effetti sociali ed ecologici devastanti, compreso l'aumento della povertà,
delle ingiustizie sociali e dell' insicurezza alimentare. Ben conosciuti sono la distruzione
forestale in Centramerica e America Latina causata dalla trasformazione in pascoli di milioni
di ettari di foreste, e la sottrazione di proteine e calorie vegetali al diretto consumo
umano dei più poveri, il cui potere d'acquisto si riduce per via dell' aumento dei prezzi di
tali risorse, a causa della grande richiesta come mangimi. È di poche settimane fa l'appello
di un attivista colombiano, che si batte per i diritti dei contadini, all'Unione Europea
affinché non aumenti l'importazione di carne dalla Colombia, dove gli allevatori latifondisti,
collegati con gruppi paramilitari, continuano ad espandere con la violenza i propri
pascoli sottraendoli ai piccoli contadini. Molti problemi simili, anche di squilibrio del
sistema ecologico, sono provocati dagli allevamenti di pesci e crostacei, in particolare
quelli di gamberetti presenti in Asia.
Le regole dell'Omc impediscono a un paese di discriminare le importazioni sulla base dei
Pmp (processi e metodi produttivi). Ciò può impedire ad un paese che ha leggi a protezione
dei cosiddetti animali da reddito di difendersi dall'invasione di prodotti animali (carne,
uova, pellicce) a basso costo realizzati in Paesi che quelle leggi non hanno.
Ciò riguarda in particolare l'Unione Europea, che pur con molti limiti ha varato,
citiamo ad esempio, una normativa che decreta la fine degli allevamenti in batteria
delle galline ovaiole. Un provvedimento che sarà svuotato di significato il giorno in cui
l’Europa verrà invasa da uova di batteria provenienti da altri continenti.
La deregulation, l'espansione del commercio internazionale, l'esaltazione della competitività
e la corsa a produrre ai minori costi determinano un crescente flusso di animali vivi,
parificati a merci, attraverso i cinque continenti. Ciò provoca grandi sofferenze
per gli animali trasportati in condizioni inaccettabili su lunghe distanze e rischi per
la sicurezza alimentare.
La Mcdonaldizzazione (imposizione di un modello unico alimentare) anche nei paesi in via
di sviluppo, dove per i poveri persiste la fame, sta provocando un aumento del consumo di
carne e conseguentemente della zootecnia distruttiva. Oltre ai danni ambientali, ed
alla lunga sanitari, collegati a questa svolta nella produzione e nei consumi, si sottraggono
proteine vegetali al diretto consumo umano e si perdono altri pezzi di sovranità alimentare,
è previsto infatti che il Sud del mondo raddoppierà l' importazione di cereali per alimentare
il proprio bestiame.
I consumatori occidentali sono i destinatari di gran parte dei flussi di animali esotici
vivi e loro parti, in violazione delle norme Cites, la convenzione che regolamenta il
commercio internazionale di specie animali e vegetali in via di estinzione, con gravi rischi
di scomparsa delle specie e con enormi sofferenze per quegli esseri.
L’ ingegneria genetica, essenzialmente finalizzata ad incrementare i profitti delle
multinazionali del settore, sta modellando una società ancora più meccanicista nella quale
la produzione alimentare e la ricerca in campo medico sono finalizzate solo a determinare
"esclusive di mercato" ed alla brevettazione oligopolistica di un patrimonio genetico che
invece appartiene ad ogni singolo essere vivente ed a tutti gli abitanti del Pianeta».
Poi, le proposte.
«Riteniamo che i G8 non abbiano le carte in regola per proporsi come maestri e la sola voce
dell' Unione Europea risulta troppo debole nel sostenere le proprie posizioni a garanzia
del benessere animale.
La nostra proposta alternativa, per chi non vuole che il pianeta assomigli sempre più ad
un grande ed insostenibile macello, contiene i seguenti elementi.
Evitare di importare carne, cereali e pesce da quei paesi del Sud dove ciò significa povertà
ulteriore per contadini espropriati e fame per i poveri. Condurre campagne per la riduzione
del consumo di prodotti animali ed a favore del vegetarismo nei paesi occidentali.
Sostenere il diritto dell'Unione Europea a non importare prodotti animali provenienti
da produttori che non garantiscono gli stessi livelli (pur minimi) di protezione degli
animali, senza discriminazioni per paese, ma piuttosto per produttore (esiste un precedente a
cui appellarsi: l'Omc ha alla fine concesso agli Usa di non importare crostacei pescati
con modalità che possono provocare la morte di tartarughe). Imporre la possibilità di
etichettare prodotti sulla base del benessere animale.
Riscrivere i trattati commerciali in modo tale che la protezione del benessere animale
abbia la priorità sulle mere considerazioni commerciali.
Lavorare per impedire l' esportazione di animali vivi sulle lunghe distanze.
Migliorare i controlli ed incentivare le pene relative alle zoomafie internazionali.
Disincentivare l'avvio della zootecnia ed acquacoltura intensiva nei paesi del Sud del
mondo; contestualmente promuovere, a titolo di cooperazione allo sviluppo, progetti per la
produzione di proteine e nutrienti vegetali indirizzati al diretto consumo umano; inserire
nei progetti di cooperazione internazionale l'attenzione per il benessere animale.
Operare per l’ immediata moratoria di qualunque tipo di ricerca, pubblica o privata, che
porti alla modificazione genetica di esseri viventi, riconsiderare le tecniche e gli obiettivi
che siano incruente nei confronti degli animali e realmente utili per tutti gli esseri viventi,
attuare un severo controllo nei confronti delle aziende impegnate nel settore biotech
in modo che rispettino la moratoria».
Mauro Cascio
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