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Gaeta. Un finanziamento della Regione Lazio per il Porto rischia di... naufragare. L'appello di Silvio D'Arco (Federlazio) ad Asi ed Aspo

Se l'ASI-Consorzio Industriale del Sud Pontino e l'ASPO-Azienda Speciale Porto di Gaeta non si mettono d'accordo sulle "competenze", 60 miliardi di lire finanziati dalla Regione Lazio e dall'Unione Europea per potenziare le infrastrutture ed i servizi del porto di Gaeta rischiano di andare in fumo o di naufragare. Il Consorzio rivendica la titolarità della gestione del pacchetto di finanziamenti in quanto i progetti finanziati erano stati predisposti durante la passata gestione commissariale dell'ente stesso. Infrastruttura avanzata per Movimentazione Merci prodotti refrigerati: lire 16.993.670.000 Completamento area movimentazione e sosta merci 2° Lotto: lire 1.309.520.000 Agglomerato Monte Conca Sud - Opere complementari all'infrastruttura per movimentazione prodotti refrigerati: lire 1.580.000.000 Infrastruttura movimentazione e sosta merci a sostegno PMI: lire 2.991.000.000 Agglomerato Industriale di Penitro - Completamento infrastrutture a servizio area PMI e artigianati 1° stralcio: lire 2. 783.000.000 Agglomerato Industriale di Penitro - Completamento infrastrutture a servizio area PMI e artigiano 2° stralcio: lire 1.100.000.000 Riattivazione tronco ferroviario Formia-Centro intermodale Gaeta: lire 16.993.277.000 Per completare il quadro dei finanziamenti, va ricordato che 15 miliardi di lire sono stati già finanziati con fondi del Bilancio regionale per la realizzazione della variante Flacca-Sant'Agostino. Ma, mentre a Gaeta si discute su chi debba gestire questi finanziamenti, i 60 mld di lire rischiano di volatilizzarsi. Per richiamare i responsabili dei due enti - Leandro La Croix, presidente del Consorzio e Vincenzo Zottola, presidente dell'ASPO - a trovare un'intesa in tempi rapidissimi, interviene Silvio D'Arco, nella duplice veste di componente del Consorzio Industriale del sud Pontino e di vice presidente della Federlazio (Federazione delle Piccole e Medie Imprese del Lazio) di Latina. Un suo giudizio sui progetti: sono davvero utili per l'economia di Gaeta e del sud pontino? «I progetti, giunti ormai tutti nella fase esecutiva, sono stati condivisi dalle Amministrazioni locali e sono in perfetta armonia con i Piani regionali di settore della Regione Lazio (Piano dei Porti, Piano delle merci , Piano della Viabilità, Piano ferroviario regionale, ecc.). Sono, insomma , tutti progetti condivisibili e suscettibili di avviare realmente quella tanto attesa riconversione economica dell'intero territorio del sud pontino. Oggi il porto commerciale costituisce piuttosto un ostacolo per lo sviluppo del turismo e, in particolare, crea enormi problemi alla viabilità. Dunque, quali sarebbero i vantaggi economici derivanti dal potenziamento dei servizi portuali? Se realizzati, i progetti potranno finalmente far uscire dall'isolamento il nostro territorio. Si tratta di una grande opportunità per ammodernare il nostro sistema infrastrutturale e connetterlo efficacemente con i grandi assi di comunicazione sia terrestri che marittimi. Solo così il Golfo potrà rappresentare un "terminale decisivo" per costruire quel sistema provinciale più ampio che dovrebbe far perno sul polo commerciale costituito dal Porto di Gaeta, dal Mof-Mercato Ortofrutticolo di Fondi, dall'intermodale e dall'Aeroporto di Latina. Naturalmente l'attuale viabilità è alquanto insufficiente e inidonea; la realizzazione della tratta ferroviaria Gaeta-Formia contribuirebbe notevolmente a migliorare il sistema comunicazionale». Cosa succede, secondo lei, se i due enti non dovessero raggiungere un accordo? «Se saltano i progetti di Gaeta, questo sistema provinciale, condiviso da tutti, rischia di rimanere solo un libro dei sogni. Ecco perché noi della Federlazio siamo fortemente preoccupati. I progetti di Gaeta riguardano il futuro sviluppo dell'intero sistema provinciale e non possono essere esclusivo appannaggio né del Consorzio Industriale né dell'ASPO. Non possiamo permettere che su questioni così importanti si scatenino polemiche personalistiche e sterili che producono solo danni alla collettività». Cosa consiglia di fare a La Croix e Zottola? «Il Consorzio Industriale e l'ASPO devono ritrovare in fretta il "lume della ragione". I nostri politici locali e nazionali non devono commettere l'errore di dividersi a favore o contro l'ASPO o il Consorzio Industriale. Invece di dividersi, ASPO e Consorzio devono trovare la strada per mettersi in sinergia, ognuno per la propria competenza, e marciare però nella stessa direzione. Queste due realtà (ASI e ASPO) devono aprirsi all'imprenditoria locale ed al mercato, attraverso regole chiare e trasparenti, sapendo che la gestione delle infrastrutture e dei servizi portuali non può e non deve essere monopolio degli Enti pubblici ma deve vedere protagonisti le forze imprenditoriali locali e nazionali». Quindi c'è un conflitto fra enti e imprenditoria «A questi Enti spetta certamente il diritto-dovere di programmare, di predisporre progetti di sviluppo, realizzare le opere e di regolare rigorosamente le attività, rivendicando anche i giusti ritorni economici e finanziari, ma non possono pensare di sostituirsi agli imprenditori. Sarebbe davvero una sciagura per tutti. Aspo e Consorzio sbagliano e rischiano così di buttare a mare il lavoro duro e interessante che è stato portato avanti con tenacia in questi ultimi anni: un lavoro che è stato condiviso e sostenuto anche dalle Associazioni Imprenditoriali sia sul piano locale sia sul piano provinciale e regionale». E allora quali i prossimi passi da fare per non mandare all'aria i finanziamenti ottenuti? «Mi auguro che si ritrovi la necessaria serenità. Occorre un momento di riflessione: ritrovare tutti insieme "la via maestra" della collaborazione sia tra i diversi livelli istituzionali sia con le parti sociali e imprenditoriali. Come Federlazio non faremo mancare, in questa direzione, tutto il nostro appoggio. Chiederemo anche alla Regione Lazio di svolgere una funzione di sintesi alta e non di parte e di sbloccare, in tempi brevi, i finanziamenti già impegnati con i fondi regionali ed europei per realizzare quel pacchetto progetti, assolutamente indispensabile per rimettere in moto l'economia del Basso Lazio e dare una svolta vera allo sviluppo del Porto di Gaeta e delle città del Golfo».

Roberto Mari


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