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Ciarlo (Democratici): “A Terracina il documento di PPI e Udeur raccoglie le nostre sollecitazioni per ricostruire il centrosinistra”
«Spero che adesso, dopo il documento dei segretari provinciali dell’area riformista e liberaldemocratica e dopo quello locale di PPI e Udeur, il Sindaco Recchia e i dirigenti dei D.S. inizino a comprendere che la dialettica interna alla coalizione e l’esigenza di una ripartenza del centrosinistra rispondono a valutazioni politiche di portata provinciale e strategica e non possono essere sminuite o gestite con superficialità». Apre così un documento di Emilio Ciarlo, coordinatore provinciale de I Democratici.
«Quando i Democratici hanno chiesto un confronto serio e una svolta radicale nell’amministrazione di Terracina, così come in quella di altri centri della provincia da Sezze a Formia, ci è stato risposto con supponenza, si è tentato di rinviare il problema, di considerare il tutto alla stregua di bizze e pretese individuali. Non si è capito che così facendo, illudendosi di navigare a vista sulla base di accordi dal corto respiro si faceva del male alla coalizione e si dilapidava il patrimonio della solidarietà politica tra alleati.
Il PPI e l’Udeur a Terracina mostrano nei fatti di condividere la forte censura che i Democratici hanno sempre espresso e nella stessa prospettiva che non è quella di “passare al centrodestra”, come semplicisticamente qualcuno voleva far credere, ma quella di interrogarsi in maniera seria e coraggiosa sui passi da fare per ricostruire un Nuovo Ulivo, organico e forte, insieme al Sindaco e insieme a tutte le forze politiche della coalizione.
Il documento provinciale dei segretari di Democratici, PPI, Udeur, Rinnovamento, Verdi e Sdi è da cogliere come stimolo per rifondare un centrosinistra altrimenti in difficoltà.
Mi domando: a Terracina si ha la forza, la lungimiranza e la capacità di cogliere la sfida e vincerla? Con la buona volontà questo è possibile e nei prossimi giorni una serie di colloqui con i Popolari e l’Udeur serviranno a delineare meglio la strada».
Mauro Cascio
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