Parvapolis >> Cultura
Roma. XX Settembre. La Religione della Libertà. La città eterna, o la nostra
identità. A 131 anni da Porta Pia aperta a salve di cannone
La breccia di Porta Pia, aperta a salve di cannone, da cui si precipitarono
nell'assalto i bersaglieri, è parte quasi intima del patrimonio iconografico
di ogni italiano. Essa è un simbolo che connette un popolo, una civiltà
a tutto il suo snodarsi storico plurimillenario, con impronte forti e predominanti
ma non esclusiviste, etnicamente mai chiuso e frutto sin dalle origini più
antiche di molteplici apporti. E per quanto poi per decenni nella prima vita postunitaria
mancò una estesa coscienza politica nelle masse, essa non mancò sul piano dell'appartenenza
ad un comune sentire, a delle comuni indistrutte radici. Radici di cui già la disfida di
Barletta fu sanzione e non vanagloria di mercenari. Senza Roma come poteva parlarsi
di unità nazionale, come poteva esservi identità storica?
Come potrebbe anche oggi esservi? Come avrebbe potuto aleggiare il soffio di universalità
dello spirito di questo raccolto popolo senza il quadrato magico che eruppe con i
primordi suoi stessi, di ROMA-AMOR, e che si perpetuò nello scorrere del sangue delle
camicie rosse garibaldine? Il ruolo storico del Risorgimento, oltre le tante pagine
mediocri e negative su cui da alcuni anni si appunta con giustezza l'attenzione
di parte degli storici, rimane incommensurabilmente superiore ad ogni assalto
di diminutio. Il ruolo storico della presa di Roma corona e sacralmente suggella
questa incommensurabile azione di ripristino della propria identità.
A gioire e a festeggiare per il XX settembre dovrebbe essere oggigiorno anche tutta la struttura
gerarchica della Chiesa cattolica, giacché in grazia di ciò che essa ha in buona misura
tornato a percorrere la retta via, che è quella religiosa e morale, dopo secoli di promiscuità
totale e "peccaminosa" con l'esercizio del diritto della corona e dello scettro,
nato in dolorose e truci notti della sua fanciullezza, con la santificazione della falsa
donazione costantiniana. La quasi totalità dei padri del nostro Risorgimento, come i precedenti
e parte dei più illuminati degli ultimi, al di là degli schieramenti politici e ideali,
ad iniziare proprio da Mazzini, Garibaldi, Cavour, erano massoni. Alla Massoneria dobbiamo
un debito di riconoscenza per il nostro riscatto civile e spirituale incalcolabile.
Ad essa lo deve non stranamente la Chiesa cattolica, con le sue ecumeniche aperture
alle molteplici confessioni cristiane e alle molteplici fedi, quella Chiesa in cui ancora
vi è chi si ostina a volerla scioccamente "condannare", farneticando nelle sue superstizioni.
A 131 anni dalla presa della città per noi eterna, con numeri pitagorici, e per un
futuro meno dolente, fortemente rinsanguato dalle sue segrete linfe.
Domenico Cambareri
|