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Latina. Claudio Moscardelli (La Margherita): «Le provincie del Lazio pagano oggi un prezzo salatissimo in termini di rappresentanza istituzionale»

«È tornata prepotentemente alla ribalta l'idea di attribuire a Roma poteri più ampi e di modificarne l'attuale assetto per trasformare il Comune in un nuovo soggetto istituzionale: si è parlato di Roma in città regione o in città stato, di governatoriato, di area metropolitana vasta». Sono le considerazioni di Claudio Moscardelli, de La Margherita. «Non c'è in realtà ancora la necessaria chiarezza al riguardo, anche se il percorso avviato è quello dell'attribuzione di nuovi e più grandi poteri per il governo di Roma. Non si vuole negare l'esigenza manifestata con le varie proposte volte a fornire strumenti adeguati per il governo della capitale, tuttavia occorre denunciare l'assenza in ciascuna proposta di una visione più ampia che tenga conto dell'assetto delle provincie e lo diciamo non per campanilismo. Le provincie del Lazio pagano oggi un prezzo salatissimo in termini di rappresentanza istituzionale e di utilizzazione delle risorse, assorbiti per circa l'80% da Roma. Un nuovo assetto che tenga conto solo delle esigenze di Roma aggraverebbe a tal punto la situazione da rendere insostenibile la posizione delle province del Lazio, con il rischio di aprire una fase di disgregazione in cui ciascuna provincia o pezzi delle varie provincie cercano autonomamente un nuovo riferimento istituzionale. Il tema dell'assetto della Regione Lazio e del ruolo di Roma è stato al centro di numerosi interventi sia in provincia che a livello regionale, in particolare sulle questioni dell'area metropolitana vasta e sulla legge elettorale regionale che penalizza le province (abbiamo avanzato prima delle regionali del 2000, tramite l'onorevole Giorgio Pasetto, la proposta di eliminazione del listino con conseguente distribuzione dei seggi delle province, ma è stata bloccata sia dal Polo che dall'Ulivo). Vi sono due strade percorribili. L'articolazione della Regione Lazio in modo diverso con la valorizzazione del ruolo e del peso delle province, sia in termini istituzionali che di risorse. Il distacco di Roma dal Lazio e la creazione di una figura istituzionale ad hoc per Roma e questa può essere l'ipotesi conosciuta della città metropolitana vasta o quella del governatorato per Roma. Occorre cioè capire che le varie proposte in campo rischiano di essere romanocentriche e di non muovere nella direzione auspicata di un assetto più complessivo. Occorre tenere presente, inoltre, che sia la città metropolitana vasta che il governariato avrebbero entrambe una forte capacità di attrazione verso tutti i comuni della provincia di Roma e non solo, in assenza di un'opportunità diversa. Ciò farebbe venire meno il senso della stessa regione Lazio e si porrebbe il problema di un assetto completamente nuovo e diverso: la creazione per esempio di una nuova regione il cui nucleo potrebbe essere formato dalle province di Latina e Frosinone e da parte delle realtà della provincia di Roma, con riflessi anche in termini di ricomprensione della nuova realtà nelle aree del Paese più agevolate per i finanziamenti. Della questione abbiamo investito i parlamentari del Lazio della Margherita al fine di promuovere con tutte le forze politiche un confronto sul tema che veda protagoniste anche le provincie».

Mauro Cascio


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