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Latina. Beppe Barra ancora nel capoluogo pontino: «È una città che adoro». Una grande maschera
che nei teatri italiani propone... «Guerra»
Davanti la Telecamere di ParvapoliS Beppe Barra, a Latina per un'anteprima nazionale.
Sul palcoscenico del Palacultura Barra è stato Pulcinella. Un Pulcinella particolare:
senza maschera. «È un personaggio che in realtà non ho mai abbandonato».
Tutti ci ricordiamo di Beppe Barra «La Gatta Cenerentola» anche se non lo rivedremo
più in quel tipo di spettacolo. «Ma lo tengo sempre nel cuore». Barra ama confrontarsi
adesso con nuove cose ed in cantiere ne ha tantissime.
Come il suo ultimo disco, «Guerra» che in queste settimane sta proponendo.
Il nome di Peppe Barra è legato per buona parte al marchio
"Nuova Compagnia di Canto Popolare". Della formazione fondata da Roberto De Simone,
Barra rappresentava indubbiamente la maschera, con quel viso di grande espressività e
con la voce dalla forte duttilità.
Un attore-cantante a 360 gradi di cui ricordiamo interpretazioni come
quella della «Serenata di Pulcinella» e la parte della matrigna cattiva
nella prima edizione de «La Gatta Cenerentola. Poi le strade si divisero
e Barra iniziò una carriera solista che dura tutt'ora. Eppure,
ascoltando il Cd "Guerra" ritornano alla memoria proprio quegli anni
quando il tipico modo di eseguire la tradizione napoletana venne
scardinato da questo gruppo che riportava alla luce villanelle e
tammurriate.
Sarà per la presenza di Patrizio Trampetti (che abbiamo ammirato live
questa estate a Latina al Festival di Villa Fogliano) come co-autore
di alcuni brani del Cd, o per l'inclusione di un cavallo di battaglia
del gruppo, il «Canto dei Sanfedisti», ma basti ascoltare brani come
«Suonno» per farci tornare alla mente un modello come «Jesce Sole». Il disco
è molto curato: Barra (parallelamente lo fa anche l'attuale formazione
della Nccp) ha ormai lasciato da parte un ambito strettamente acustico e
si circonda di musicisti di valore come l'arrangiatore dei brani Lino
Cannavacciuolo. «Guerra» però risente paradossalmente di un limite,
rappresentato dallo stesso protagonista del disco.
All'ascolto infatti mancano le immagini della maschera-Barra che completerebbero
l'espressione artistica del cantante-attore.
Maria Corsetti
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