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Terracina. Un giornalino scolastico conquista le cronache nazionali: si
chiama «Tovarisc». La sinistra: «Solo un omaggio ad un poeta»
Duro intervento del segretario provinciale della Sinistra Giovanile, Omar Sarubbo.
«Ci risiamo. Ogni volta che inizia l'anno scolastico le forze politiche
della destra, più o meno democratiche e più o meno di governo e più
o meno democratiche, non riescono a resistere alla vocazione culturale
illiberale ed omologatrice che muove la loro azione politca quotidiana
e vanno girando in lungo e in largo per le scuole d'Italia e della nostra
provincia a stilare liste di proscrizione e ad istituire tribunali di inquisizione
contro professori, studenti, rappresentanti degli studenti, storici e scrittori
di testi scolastici. L'accusa? Marxismo! Un fatto molto grave si è consumato
nella nostra provincia (precisamente a Terracina) e passando attraverso il silenzio dei mezzi
stampa e dei politici nostrani di qualsiasi colore è balzato sulle prime
pagine delle cronache nazionali.
Il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani sta "mettendo insieme un
pamplhlet" - dice - per raccontare come nelle scuole ci sono insegnanti
che invece di fare il loro mestiere fanno propaganda politica
e parlano male del governo. Il deputato ha anche messo a disposizione
un numero "amico" 335.8179528 (pubblicizzato da Il Giornale) al quale studenti
e genitori possano rivolgersi per fare i nomi dei professori che fanno
propaganda antigovernativa.
Questa volta è stato tirato in causa il giornalino della scuola media
don Milani di Terracina titolato: "Tovarisc" (tradotto in italiano:
"compagno", "amico"). perché il nome sarebbe "particolarmente fazioso".
A nulla sono valse le spiegazioni della professoressa Dea Grandone e da
alcuni studenti della redazione del giornale i quali hanno fatto notare
all'onorevole che Tovarisc è una poesia di Nazim Kikmet, una poesia
molto bella sulla solidarietà e sull'amicizia, scritta da un poeta
turco che ha vissuto in Russia.
«Tovarisc» - recita la poesia, rivolta ad un amico ideale che si trova
su di una stella - sono venuto a salutarti in nome delle speranze
della Terra in nome del pane gratuito e dei garofani gratuiti in nome
della felicità, del lavoro e dello svago in nome della spartizione
di ogni cosa salvo la guancia dell'innamorata in nome della fraternità
delle case dei paesi, dei mondi, in nome del Cosmo». In estrema
sintesi Garagnani ha chiesto al Ministro Moratti con un'interrogazione
fino a che punto può arrivare la libertà di insegnamento di questi
"professori agitatori", che l'autonomia scolastica e la Costituzione
italiana garantiscono. La sinistra giovanile ha ragione di sospettare
che Garagnani abbia ben poco a che fare con il concetto di libertà
nel momento in cui mira a prendere iniziative inquisitorie e disciplinari
nei confronti dei professori che non concordano con la Sua idea di libertà
- quella Libertà senza giustizia della quale il Polo vuole appropriarsi;
quella libertà di alcuni che è la libertà di altri; la libertà di chi
può permettersi di mandare i figli ad una scuola privata ad imparare
il Garagnasismo o ad apprendere che "la civiltà occidentale è superiore
all'Islam, come vorrebbe Berlusconi. C'è un disegno politico ben chiaro
delle destre (contro il quale noi siamo impegnati) per smantellare
la scuola pubblica in favore di quella privata attraverso una diffamazione
quotidiana del sistema scuola e della riforma Berlinguer e con la
complicità dell'Amministrazione Provinciale, latitante da sempre
sulle questioni dei finanziamenti per la risistemazione delle infrastrutture
scolastiche nella nostra provincia».
«Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti e professori della
redazione di Tovarisc» - conclude Sarubbo - «e chiediamo al Presidente della Provincia e ai
deputati del Polo di pronunciarsi, con una censura, alle iniziative
di sommaria giustizia intraprese dall'onorevole Garagliani e di difendere
gli studenti della nostra provincia. Chiediamo al nostro partito di
non abbassare la guardia e a Silbio Berlusconi di non confinarci presso
il carcere di Santo Stefano a Ventotene».
Mauro Cascio
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