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Latina. Cisl. Pasquale Verrengia torna ad attaccare le banche: «Il sistema creditizio
dovrebbe imitare il modello e la tradizione americana»
Alla luce degli ultimi importanti interventi da parte della Camera di Commercio
di Latina e Federlazio di Latina (ufficializzazione dei dati sulla crescita
socioeconomica raccolti dall'Istituto Tagliacarne e presentazione e analisi dei
successi da parte di un organismo come Step per la crescente voglia di fare impresa
da parte dei giovani)m il segretario generale della Cisl pontina Pasquale Verrengia
punta gli indici sugli istituti di credito: «Se c'è un forte lassismo dell'economia
locale, l'aiuto da dove potrebbe venire se non dalle banche, che dovrebbero avere tutto
l'interesse per investire nel comprensorio?».
Il dubbio di Verrengia parte dal fatto che l'economia pontina cresce senza sviluppo, ma soprattutto
senza il necessario feeling con gli istituti di credito. «Tranne qualche
eccezione, come la Banca Popolare del Lazio e la Popolare di Fondi, le banche non
cooperano affatto per la crescita socioeconomica della provincia. Sul territorio
contiamo 151 sportelli bancari che fanno capo a 24 istituti differenti, ma a cosa servono?
Se incassano soltanto, se storcono il naso per finanziare idee e seguire i progetti
a tassi leggermente agevolati, non fanno altro che comportarsi come dei perfetti
promotori finanziari, considerato poi che i capitali depositati non vengono messi
affatto in circolazione sul territorio. E circolando poca moneta...».
E se le cifre parlano chiaro su un eventuale boom degli istituti di credito, testimoniato
dai numeri (6550 miliardi di prestiti al sistema economico locale a fronte dei 4800
miliardi dei risparmi depositati) e dai nascenti sportelli (Banca Sella, Popolare del Lazio
e dell'Etruria, Credito cooperativo pontino) "non c'è però un crescente coinvolgimento
a livello di finanziamento. A tal punto è necessario un intervento, una maggiore
presa di coscienza da parte delle banche che la ripresa economica passa tramite loro.
Ad esempio le iniziative della Camera di Commercio vengono seguite da professionisti
attraverso un sistema già collaudato d tempo che ha creato 250 imprese e 700 posti di lavoro:
i numeri, come sempre, parlano chiaro. Se queste linee programmatiche per la nuova
occupazione sono ad hoc per due banche, garantite da un organismo sano come la
Camera di Commercio di Latina, perché non dovrebbero esserlo per gli altri istituti? Senza
investimenti non si cresce, questo mi sembra altrettanto chiaro e lampante. Auspicare a questo
punto un sistema creditizio imperniato secondo i modelli e la tradizione americana potrebbe
essere una soluzione. Quando si finanziano le idee si aiuta l'economia a crescere e ad uscire
dal letargo in cui purtroppo siamo caduti da anni. Inoltre, sempre seguendo il sistema
bancario americano, sarebbe auspicabile che le banche lavorassero totalmente col sistema
telematico, ottimizzando così tempi e modi, ma anche qui andiamo incontro a un certo
arenamento, perché gli istituti creditizi non investono nel settore formativo".
Mauro Cascio
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