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Latina. La Classifica de Il Sole 24 Ore è ancora impietosa: siamo all'81mo posto. I DS: «Come può la destra preparare una riscossa?»

«Questa volta in molti si aspettavano qualcosa di diverso. Dopo anni di amministrazione di centrodestra, sarebbe stato lecito attendersi un balzo in avanti del capoluogo pontino, e della provincia, nella speciale classifica che indica il livello della qualità della vita de Il Sole 24 Ore. Ed invece nulla, solo un piccolo "balzetto", un avanzamento di due posizioni. Oggi siamo alla posizione numero 81 su 103, oggettivamente ci si poteva attendere di meglio». Così Giorgio De Marchis, capogruppo comunale dei DS, commenta i dati del noto quotidiano.
«Spulciando tra le tabelle ci accorgiamo che, oltretutto, l'avanzamento è stato possibile grazie ai soli due indicatori positivi per Latina: il primo è quello del "Bello Stabile", ovvero l'indicatore che quantifica la differenza tra le temperature medie nelle diverse stagioni; il secondo è quello del quoziente di mortalità, che insieme con quello dei suicidi, denota la caratteristica di una città ed una provincia per fortuna poco "predisposta" verso la morte, anche se va detto che si muore molto in incidenti stradali, dove ci poniamo nella parte bassa della classifica. Quindi possiamo dire che i risultati migliori, gli unici, sono ottenuti grazie al contributo determinante della "natura", o del Signore se si preferisce, piuttosto che in seguito a precise scelte della classe dirigente che in questi anni ha governato Latina e la sua provincia. Volgendo lo sguardo verso altri indicatori, emerge con forza il solito quadro di "depressione" che purtroppo ci accompagna da anni e la cui tendenza non sembra invertirsi. Tra gli indicatori economici c'è subito da segnalare che Latina è al quart'ultimo posto nell'indicatore delle "Spese Familiari", ovvero i consumi delle famiglie che sono ridotti all'osso. A questo va aggiunto che la nostra provincia non brilla in termini di "Ricchezza Prodotta" e, soprattutto, non è terra di risparmio, infatti in quest'ultimo caso ci collochiamo all'ottantesimo posto. L'economia pontina è in crisi, e questa si manifesta in tutta la sua essenza, nella crisi del settore che per molti anni è stato considerato il settore trainante, quello dell'edilizia. Il prezzo medio del mq per le abitazioni è tra i più bassi d'Italia, frutto evidente di una scarsa domanda, e di un eccesso di offerta. È logico dedurre che la poca capacità di consumo delle famiglie, ha fatto in modo che molti appartamenti rimanessero invenduti, determinando la crisi del settore, che qui da noi è più forte di quella che c'è in tutta la nazione. Eppure questi dati contrastano con una città che, ancora oggi, si presenta per la forte presenza dei giovani, infatti il numero di pensionati su ogni mille occupati è tra i più bassi d'Italia. Eppure, ci sono i giovani, c'è la "forza" lavoro, ma le imprese preferiscono investire altrove, e la nostra economia langue.
Purtroppo sempre in termini economici vanno aggiunti altri due dati molto negativi e sono quelli relativi ai "Fallimenti", ai "Crediti non riscossi" e "Alla ricerca di un posto di lavoro", che vede la nostra città giacere, in forma stabile, negli ultimi posti delle diverse graduatorie. Altri dati negativi si confermano quelli dei furti, di auto e negli appartamenti. Ma il vero dramma questa volta, oltre agli indicatori economici, emerge dal quadro sociale. Infatti la città più giovane d'Italia, nella quale vi è l'unico Teatro costruito in Italia nel secondo dopoguerra, ha un numero bassissimo di associazioni culturali, un numero modesto di librerie e, tra i suoi bassi consumi, sicuramente non rientrano quelli per la cultura e lo sport. Infatti siamo al 77mo posto per la "Passione per il Cinema", al 73mo per "Audience da Palcoscenico" e addirittura al 91mo per soldi spesi al "Botteghino dello dello Stadio"». «Questa classifica» - chiude De Marchis - «dimostra per l'ennesima volta che la classe dirigente che ha amministrato la città e la provincia in questi anni ha definitivamente spostato verso sud il territorio pontino. Gli amministratori della Casa della Libertà non sono stati in grado di costruire un progetto organico per il rilancio della città di Latina, ma purtroppo, ed è il fatto più grave, essi non sono in grado di programmare un futuro di riscossa per la nostra città che oggi, dopo otto anni, possiamo definire senza retorica alcuna, "depressa"».

Mauro Cascio


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